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Assassin's Creed III - Rising

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view post Posted on 6/7/2012, 19:56     +1   -1
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Questa è la prima parte di un piccolo racconto che sto scrivendo su AC3. Spero vi piaccia. :)


Assolato sotto un acero, i raggi di prima mattina sfiorarono la scura pelle dell'Assassino, intento a riposarsi prima di proseguire nel suo viaggio. Si era appostato su una piccola collina a Nord della Valley of the Wind. Era chiamata così a causa delle forti folate di vento che tiravano da quelle parti in inverno. Molti nativi della zona credevano che fosse il richiamo del Grande Spirito intento a guidare le anime pure all'interno della vasta zona montuosa. Essendo estate, Connor era dubbioso di poter assistere a tale fenomeno, raccontatogli dai saggi del suo villaggio quando era ancora in tenera età. Aprì leggermente gli occhi, con il sole che filtrava tra le foglie che andava a poggiarsi sulle sue guance. Fece leva con le gambe e sollevò il busto, mentre voltava lo sguardo verso la sua piccola borsa in pelle di scoiattolo. Li dentro c'era tutto quello che gli occorreva per un viaggio lungo come il suo: infilò la mano nella borsa, alla ricerca di un piccolo pezzo di carne cotto avvolto in un panno morbido. Afferrò il piccolo pezzo di carne, rimuovendo il panno che gli era avvolto attorno. Senza esitare, tirò una dentata, assaporando il gusto di carne, nonostante si fosse freddata col passare delle ore. Rimase a guardare la luce fioca del sole che si innalzava da dietro le montagne, nei primi momenti dell'alba mattutina. Dopo aver finito la sua colazione, Connor prese la sua borsa, mettendosela a tracolla, e si alzò. Si passò una mano tra i capelli, stiracchiando le massicce gambe che aveva fatto sforzare il giorno prima tra una corsa e l'altra. Voleva sentire l'aria fresca trapassargli i capelli, quindi decise di lasciare basso il cappuccio del suo abito. Cominciò ad incamminarsi per svariati metri per poi ritrovarsi su una strada sterrata. Non era una buona idea camminare lungo quelle strade vista la forte presenza di britannici in quella zona. Connor però sapeva che si sarebbero limitati a squadrarlo e nulla di più. Fosse stato attaccato, non avrebbe esitato a rispondere, ma in tal caso se ne sarebbe stato buono. Alla sua sinistra sembrava esserci una piccola zona forestale, abitata perlopiù da cervi e animali di piccola stazza. Decise di compiere una piccola deviazione, così da recuperare un po' di cibo da poter rivendere a qualche mercante. Corse verso la piccola zona per poi addentrarsi al suo interno. Scrutò l'ambiente con la sua vista da cacciatore, cercando di individuare eventuali prede. Avanzò lentamente di qualche passo, ma non vi era ancora traccia di qualcosa. Capì che quel luogo non era così piccolo come credeva, e che si sarebbe dovuto addentrare ancora di più all'interno della foresta. Alzando lo sguardo verso l'alto, notò del fumo provenire da dietro una manciata di alberi. Avanzò con cautela per assicurarsi che non ci fossero presenze ostile, quando dalla lontananza vide un uomo con abiti rossi. Difficilmente un semplice civile avrebbe indossato abiti con quei colori, quindi arrivò alla conclusione che molto probabilmente si trattava di inglesi accampati. Si riparò dietro un albero, pensando a cosa fare e a cosa non fare. Escluse di farsi vedere, ma nemmeno di non infastidirli un pochino. Con passo felpato avanzò ancora per qualche metro, sempre tenendo la testa bassa in modo da non farsi vedere. Si posizionò davanti un altro albero, fece qualche passo indietro e corse verso di esso, per poi scalarlo in un attimo ritrovandocisi sopra. Usò i rami per avanzare lentamente da albero ad albero, per poi posizionarsi sopra un ramo più robusto, in modo che ci si potesse sedere sopra. Come un bambino che osserva i più grandi al lavoro, Connor osservò l'accampamento occupato da sole cinque guardie, immerse in una conversazione su strategie militari adottate dai loro ufficiali. I rifornimenti del piccolo gruppo erano stati caricati sopra un piccolo carretto. In abbondanza. Gli sarebbe bastato soltanto un sacco per poter guadagnare un po' di denaro, ma doveva pensare a come rubarlo senza farsi notare dalle guardie. Passarono dieci minuti, e le gambe di Connor si erano addormentate a forza di essere poggiate nel nulla. Attese che gli inglesi rimuovessero le tende e cominciassero a prepararsi per andare via. Nemmeno a dirlo che uno di loro fece segno di raccogliere la roba e andare via da lì. “Levate le tende e caricate tutto sul carro; ce ne andiamo”. Uno di loro montò sul carro, impugnando le redini per guidare i cavalli mentre gli altri discutevano mentre trasportavano barili verso un altro carro che si trovava poco più avanti. Le due tende furono rimosse, liberando il piccolo spazio tra gli alberi. “Pronti a partire signori”. Imbracciarono i moschetti mentre i due alla guida del carro facevano avanzare i cavalli. Rumorosamente, il carro cominciò a muoversi mentre Connor si preparava a seguire il piccolo gruppo accampato nella foresta. Si tenne a distanza di sicurezza per paura che potessero sentire il rumore dei rami che si piegavano, mentre aspettava il momento giusto per agire. Si avvicinò di poco, quanto basta per usare la fune con l'arpione e pescare il sacco imbottito di carne. “Fossi in te non mi preoccuperei: difficilmente trovi resistenza da queste parti”, tirò qualche colpo di tosse per poi proseguire. “Da quando tempo sei qui?”, chiese al suo compagno. “Da circa quattr-”, la conversazione fu interrotta dal suono di passi sul terreno accidentato. Qualcosa si stava velocemente avvicinando a loro, provocando un suono simile a quello che producono le zampe di cane su un terreno erboso. Connor esaminò la zona, senza riuscire a vedere qualcosa. La fronte impregnata di sudore mostrava un Connor nervoso e in allerta, pronto a respingere un'eventuale minaccia. La truppa si fermò, e Connor insieme a loro. “Avete sentito? Cos'è?” chiese uno di loro. “Non saprei.. oh, dannazione. E' quello che penso anch'io?”. Connor cercava di origliare e cogliere qualche parola, fallendo miseramente. Decise di avvicinarsi ancora di più, quando uno dei rami su cui era poggiato si spezzò, facendolo cadere rovinosamente di sotto. Le guardie, che erano già in allerta, si voltarono verso Connor, rimasto stesa per terra a causa del forte botto. “TU! FERMO!” gli intimò il più giovane del gruppo, che sembrava stesse tremando dalla paura. Il branco di lupi continuava ad avvicinarsi, e quando si trovarono abbastanza vicini non sprecarono nemmeno un secondo che partirono all'attacco. La reazione dei soldati inglesi fu lenta e inefficace. Li avevano aggirati, usando i cespugli e gli alberi per coprire la loro presenza. Connor si alzò velocemente, cercando di riprendere i sensi. Davanti a lui, un branco di lupi intenzionati a sbranare una piccola truppa. Uno di loro azzannò un uomo alla gola, facendolo accasciare per terra in una pozza di sangue. Tentavano di allontanarli con le baionette visto che da vicino potevano fare ben poco con le armi da fuoco, contando anche che erano rapidi a spostarsi. Rimasero in quattro, mentre Connor avanzò velocemente sulla loro posizione per aiutarli a respingere la minaccia. Fece cadere con un gesto rapido la lama celata nella sua mano sinistra, usandola per colpire al muso un lupo che stava saltando contro uno dei soldati rimasti. Il lupo non ebbe tempo di schiantarsi al suolo che il suo fiato era già stato mozzato. Connor si girò a centonovanta gradi, con uno dei lupi che gli saltò addosso facendolo cadere all'indietro. Cercò di schivare le zanne affilate dell'animale, tentando di raccogliere la lama che era stata spazzata a pochi metri alla sua destra. Venne salvato da uno dei soldati inglesi, che infilzò la baionetta del suo fucile ad avancarica nello stomaco del lupo che aveva aggredito Connor. L'uomo non aveva intenzione di fermarsi: cominciò a guardarsi attorno velocemente tirando colpi di baionetta a vuoto per impaurire il branco di lupi affamati. Connor si rialzò velocemente, correndo verso la sua lama. Fece una capriola in avanti e la raccolse, schivando allo stesso tempo l'attacco del lupo più grosso dell'intero gruppo. I cavalli nitrivano rumorosamente, mentre cercavano di cacciare via i lupi a suon di calci. La maggior parte di essi era stata decimata, ma il capo branco non sembrava volersi arrendere: Connor e l'animale furioso si osservavano, studiandosi a vicenda in attesa che uno dei due muovesse un solo muscolo. Come due valorosi guerrieri che si battono in uno scontro leale, i due avanzarono all'unisono, pronti a uccidersi a vicenda. Il lupo balzò in avanti, e questo ebbe la possibilità a Connor di assumere una posizione strategica nonché vincente. Scivolò, portando le gambe in avanti come se stesse cadendo nel vuoto, e una volta che si trovò sotto il lupo, conficcò la sua lama nel suo torace. Il lupo cadde, mentre Connor si mise in posizione prona per controllare se l'animale fosse morto. Il resto del gruppo fuggì, mentre gli inglesi corsero da uno dei loro compagni per occuparsi delle sue ferite. Connor rimase steso per qualche secondo, mettendosi in posizione supina e braccia aperte. Stava riprendendo fiato dopo un estenuante scontro. Chiuse gli occhi, e la sua mente tornò a quando aveva poco più di dieci anni, mentre uno degli uomini anziani gli insegnava a come comportarsi in queste situazioni. I lupi non erano tanto diversi dal loro piccolo gruppo, situato in un villaggio a est di Boston, vicino al fiume Charles. Il lupo era maestro di vita. Portava la sapienza nel suo branco. In un branco c'è un forte senso della famiglia, nonché un senso di individualismo simile a quello umano. La gente di Connor credeva che l'uomo bianco dovesse imparare molto da loro: avrebbero così capito cosa significa vivere in un gruppo che collabora costantemente, a seconda del luogo e delle condizioni in cui si trova. “Pensi sia morto?”, chiese uno dei soldati con un forte accento inglese. Connor aprì gli occhi, facendo sussultare i quattro che si erano disposti a cerchio su di lui. “Sto bene..”, disse Connor con un tono che dimostrava il contrario. Sembravano quasi impauriti dalla sua presenza: un uomo dalla pelle scura, armato fino ai denti e con un'agilità che raramente avevano potuto ammirare. Connor tirò piccoli colpi sul suo vestito, in modo da rimuovere i fili d'erba che si erano attaccati durante la scivolata. “Perché ci seguivi?” scattò uno. Il volto di Connor si oscurò, facendo temere il peggio a quegli uomini che sembravano a stento capaci di impugnare un'arma. “Nulla che vi interessi”, disse facendo spallucce. Connor alzò il suo cappuccio, mentre avanzava superando i quattro che continuavano ad osservarlo. Iniziarono a discutere a voce bassa, e Connor per un attimo ebbe l'impressione che si sarebbero gettati alla carica su di lui. Aveva la lama pronta a scattare, quando uno di loro lo chiamò. “Hey.. come possiamo ringraziarti?”. Connor si fermò, voltandosi lentamente. Qualcosa che potevano dargli in effetti c'era.

Edited by ll RaiDeN ll - 6/7/2012, 21:43
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 6/7/2012, 20:31     +1   -1




3 appunti:
1) Ti ho corretto una cosa e dato un consiglio (vedi lo spoiler per il consiglio, poi lo risistemi)
2) Io non farei una storia su connor, dato che le storie entrano in testa facilmente e potrebbero confondere il lettore su qual'è il vero connor e quale inventato da te (in quanto a imprese, dico). Chiamalo Konnor o Cannor ma non farlo su ac3 :ahah:
3) Bene :sisi: Se vuoi aiuto chiedi, è scritta benino ma mi sà che scarseggi un pò in quanto a idee :)
 
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view post Posted on 6/7/2012, 20:32     +1   -1
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Perché parli sotto spoiler? lol

I commenti li leggono dopo aver letto tutto. Comunque "folate" è corretto: http://it.thefreedictionary.com/folata+di+vento

In quanto a idee, non penso ci siano problemi visto che è una semplice introduzione. Lasciami finire. :sisi:
 
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Feanor
view post Posted on 6/7/2012, 20:37     +1   -1




Certo che folate è corretto! :lol:
Però effettivamente raffiche ci sta meglio. Folata mi sa di... una folata e via. La raffica invece è più impetuosa :D
 
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ToNyCreeD
view post Posted on 6/7/2012, 21:33     +1   -1




Bella, certo come introduzione non molto originale :asd:
Ma bella :sisi:
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 7/7/2012, 00:42     +1   -1




CITAZIONE (ll RaiDeN ll @ 6/7/2012, 21:32) 
Perché parli sotto spoiler? lol

I commenti li leggono dopo aver letto tutto. Comunque "folate" è corretto: http://it.thefreedictionary.com/folata+di+vento

In quanto a idee, non penso ci siano problemi visto che è una semplice introduzione. Lasciami finire. :sisi:

Folata è giusto, ma non ci sta nel contesto, in quanto la folata e la raffica non son la stessa cosa, e per essere una valle pericolosa ci devono essere raffiche :ahah:
 
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view post Posted on 7/7/2012, 00:42     +1   -1
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 7/7/2012, 00:44     +1   -1




CITAZIONE (ToNyCreeD @ 6/7/2012, 22:33) 
Bella, certo come introduzione non molto originale :asd:
Ma bella :sisi:

Ecco, quoto te per facilità. Jen intendo proprio che è banale, e normalmente io faccio cose banali:
1) Perchè sono MOLTO d'effetto
o
2) Perchè mi mancano idee
Vedendo che non c'è molto effetto in quel che hai scritto... beh vai per esclusione :ahah:
E ultima cosa: Io scrivo sotto spoiler perchè così viene più facile a chi legge e non gliene fotte niente dei commenti a leggere solo la storia, l'unica cosa fuori spoiler. Per cui consiglio di far così, come ho sempre fatto rispettare nelle mie :ahah:
 
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