| Jeff accompagnò il nuovo socio alla tanto famosa camera, posizionata al secondo piano della casa. L'abitazione, in tutto, aveva tre piani, più o meno. Nel primo, c'era la sala da pranzo e un salotto, allestito secondo i gusti di Sally per i colloqui. Jeff non voleva mettere in dubbio il gusto estetico della segretaria. Era sicuramente migliore del suo, e il giovane faticava ancora a pensare com'era ridotta la casa prima dell'arrivo della ragazza. Al secondo piano c'era la camera degli ospiti, spaziosa e pure questa risistemata da Sally, e altre camere d'ordinanza, come un bagno e il ripostiglio. Jeff era sistemato al terzo piano, una soffitta molto riadattata, diventata poi lo studio, e al fianco di questa una piccola camera col letto. Aveva scelto di usare quel piano sopratutto per le dimensioni della soffitta, adatte per lo studio che costruì poi e sopratutto per la grande vetrata che lo illuminava e dava una fantastica vista sulla strada, una via relativamente tranquilla. Non come la città... Giuseppe rimase sveglio a lungo e Jeff lesse fino a tarda sera. Non solo la festa e le pianificazioni, ma ora il tormento di quel dilemma e gli altri nuovi pensieri turbavano il sonno dei due. Per non parlare del ticchettio della macchina da scrivere al piano di sotto. L'indomani, Giuseppe era in piena forma, emozionato dall'idea di preparare il piano, mentre l'amico americano era ridotto ad uno straccio. Dopo una tazza di caffè, si rimisero in cammino verso la villa di cui parlava Jeff la notte prima. La villa era enorme. Se tutto era come previsto, c'era una stanza principale dove sarebbe stata allestita una pista da ballo. E delle rampe di scale per accedere agli altri piani. Un classico. Si avvicinarono alla guardia che stava vicino al cancello. "Salve, buon uomo" Disse Giuseppe sollevando il cilindro in segno di saluto "Volevamo parlare con il proprietario della villa, nonché colui che farà la festa stasera. Siamo nell'elenco degli invitati, no?" "Provi con Jeff Olykins..." Suggerì Jeff alla guardia mentre questa tirava fuori dalla tasca della giacca sgualcita un lungo foglio altrettanto stropicciato. Mentre l'uomo guardava fra i nomi, i due poterono notare facilmente l'aria stanca dell'uomo. Chissà, magari era rimasto fuori, vicino a quel cancello, tutta la notte. "Il proprietario della villa è preoccupato...per il lingotto?" Azzardò Jeff. "Uhm...cosa?" Chiese la guardia. "Oh, niente. Dicevamo che eravamo sicuri dell'efficienza delle misure di sicurezza che verranno usare per evitare disastri col lingotti." Disse Giuseppe. "Mmm, sì, già." Concluse l'uomo tagliando breve. "Ah, pare che non ci sia il vostro nome, sulla lista." "Sicuro?" "Certo. Pare che stasera perderete la festa. E non potete entrare nemmeno ora." "Sicuro, però aspetti che..." Jeff prese un piccolo astuccio, si mise gli occhiali e contò alcuni dollari, porgendoli poi alla guardia. "Facciamo finta che per oggi hai finito di lavorare, e che magari siamo stati invitati alla festa."Disse poi. "Perché no?" Disse l'uomo, infilandosi il cappotto e cominciando ad andare con un'aria evidentemente soddisfatta. "Infatti, perché no? Ottima scelta." Disse Giuseppe salutando "Bene, possiamo andare. Attraversarono un giardino curato con stupende siepi e aiuole piene di fiori. Quando il maggiordomo aprì, Giuseppe disse sorridente: "'Sera! Siamo Giuseppe Villa e Jeff Olykins, Investigatori....cioè...detective" Fece una pausa per riflettere, ma dopo un paio di secondi disse "La guardia fuori dal cancello ci ha dato il permesso di ispezionare le misure di sicurezza usate per il lingotto." "Perfetto..." disse il maggiordomo poco convintto "dovete sapere che il signore è molto agitato, sapete, ultimamente a tutte le feste come questa si presenta quel famigerato ladro e...colpisce." "Già..." Le ipotesi sulla villa erano ben fondate: la festa si sarebbe tenuta in un grande salone al piano terra, mentre, oltre ad una rampa di scale, si apriva una diramazione di corridoi che portava alla stanza con il lingotto. "Perfetto, al lavoro." disse Jeff mettendo giacca e cilindro sul divanetto.
Ormai era sera, e la stanza cominciava a riempirsi di gente. Jeff interruppe una probabilmente piacevole conversazione fra Giuseppe e una ragazza di ceto alto, con capelli biondi che si appoggiavano morbidi sulle spalle, un viso sottile con due occhi azzurri penetranti. Giuseppe si girò di scatto, con aria nervosa. "Ehm...ma ti sei mai chiesto come faccia Jasper a fare parte a queste feste? Intendo, se noi abbiamo dovuto corrompere la guardia per..."Chiese Jeff. "E tu ti sei mai chiesto come ha fatto a prenderci quel diamante sotto il naso, ieri?" "In effetti sì, tutta la notte." "Allora evitiamoci dubbi molesti." Disse Giuseppe "Ancora un attimo" disse, voltandosi verso la ragazza "Allora, tutto pronto per il piano?" "Certo. Meglio non tenere d'occhi la gente che arriva, potrebbe riconoscerci." "Ottimo... e ora, torno agli affari seri" E così sul viso dell'italiano si dipinse un largo sorriso, e si voltò nuovamente verso la ragazza.
Nel frattempo, oltre il cancello della villa, la guardia cominciava a mettere via la sua roba: tutti gli invitati erano arrivati, e lui non aveva niente da fare. Ma ad un tratto, vide in lontananza un uomo nella strada buia. Veniva da quella parte? Meglio aspettare per vedere cosa volesse. Ad un tratto, come un ombra arrivò al suo fianco una ragazza che era entrata poco prima, bionda e con occhi azzurri penetranti. "Avete bisogno di qualcosa, signorina?" "In effetti...sì." "Se ho capito bene, mi dispiace deludervi ma devo ancora sbrigare alcune incombenze..." "Ma daaaai.... non sono arrivati tutti gli invitati? "Non ha tutti i torti... dove si va, stasera?" E i due si allontanarono nel buio. L'uomo che poco prima era lontano, si era avvicinato e ora guardava soddisfatto il cancello libero. "Grazie mille Janett" Entrò nel giardino camminando tranquillamente"Se tutto va bene presto avrai la tua paga." disse sussurrando al nulla, ma con una voce teatrale, improvvisando qualche passo prima di entrare nella sala da ballo, nella confusione generale.
Alle nove in punto, il guardiano del lingotto fece osservare da più vicino il tesoro ad un visitatore. Le uniche cose che ricordò fu una forte spinta e il suo svenimento.
"Allora" disse Giuseppe, osservando la stanza del lingotto. Era pomeriggio e la festa non era ancora cominciata "Non ci apposteremo nella camera. Se non riusciamo a fermarlo in quel momento, è la fine, riuscirà a scappare e tanti saluti. In poche parole, ridurrebbe le nostre possibilità ad una sola." "Giusto." rispose Jeff"Innanzitutto, chiudiamo la porta che da sul balcone: probabilmente non cercherà di aprirla per non metterci troppo e far arrivare le guardie..." "Ottimo. Sarà costretto a trovare altre vie." Conclusa la frase, Giuseppe uscì di scatto dalla camera, ripercorrendo a grandi passi più e più volte i corridoi, cercando possibili vie di fuga o usandolo come scusa per guardare la cameriera. "Il tetto fortunatamente non è accessibile."Riprese Jeff, ancora nella camera. "Conoscendo quel pazzo"rispose l'altro, quasi urlando per farsi sentire da quella distanza "è anche capace di arrampicarsi da una finestra per salire sul tetto. Meglio sbarrare anche quelle. "Ottimo. Sembra che potrà solo uscire dall'entrata principale." "è da giorni che volevo sentire questa frase" Disse Giuseppe.
Alle nove e dieci Jasper correva disperato per i corridoi della villa. Il guardiano aveva avvisto le altre guardie e ora lo cercavano. Fermarsi per aprire una finestra avrebbe dato tempo a quegli uomini di raggiungerlo. Il lingotto cominciava a pesare fra le sue mani, e non bastava nasconderlo nella sua giacca. Doveva uscire, anche dall'entrata principale, se necessario.
Il sole cominciava a scendere, e i due continuavano a pianificare "E noi ci metteremo esattamente vicino alle due rampe di scale: avremmo il doppio delle possibilità. Inoltre il ladro non sarà di certo preparato per questo..." Disse Jeff. "Perché no?" disse Giuseppe allegro. "Sigaro?" "L'ho detto e lo ripeto: perché no?" Dopo aver acceso i rispettivi sigari, si goderono quel momento di estrema tranquillità prima della tempesta.
Alle nove e venti, dopo continue fughe nel labirinto di corridoi Jasper decise: corse verso quello principale e si buttò verso la rampa di scale. Ad un tratto, da dietro alla tenda uscì Giuseppe armato di pistola. Durò tutto un istante: Jasper riuscì a spingere il ragazzo giù dalla rampa di scale, ma questo nello stesso momento sparò un colpo che colpì dritto il braccio destro del ladro. Questo non mollò la presa e continuò a correre fra la folla lasciando una leggera striscia di sangue. Solo arrivato alla porta, quando gli spari si moltiplicarono, lasciò a terra il lingotto e scappò. Appena le guardie e i due detective furono fuori, non riuscirono a vedere niente a parte le siepi. Perfetto. "Ma abbiamo evitato il furto, almeno! E non avevamo calcolato di poterlo rallentare in modo da far arrivare le guardie! è tutta una questione di secondi!" disse Giuseppe allegro. "Sì..." rispose l'altro sicuramente più triste"A proposito, come stai?" "Oh, non mi lamento. Saranno quei gradini ad aver male per un bel po' di tempo."
Edited by Ambo44 - 21/6/2010, 23:49
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