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La luce nel buio

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Ambo44
view post Posted on 19/6/2010, 23:20     +1   -1




Prologo
Washington, 1840.
Era una splendida mattinata di sole, e le strade iniziavano a riempirsi di gente, assieme ad un allegro clima, fra chiacchere e risate. Jeff osservava quella scena dallo studio di casa sua. La mattina, a differenza di molti, invece che sgranchirsi le gambe in città preferiva prima leggere un po', come sempre, e controllare tutte le lettere assieme ad una abbondante colazione. Un mattina come altre, insomma.
Jeff Olykins era un uomo molto giovane, ancora sulla ventina, robusto di corporatura, con un'espressione sempre attenta dipinta sul volto. Aveva due folte basette di un vivace color marrone chiaro, come i capelli e gli occhi allegri. Per guardare da vicino le cose aveva bisogno di un paio di piccoli occhiali, riposti con cura in una custodia di cuoio.
Caratterialmente, era un tipo calmo e riflessivo, adorava la logica, la psicologia e i problemi. Ma era tutto meno che atletico. Mezz'ora di corsa sarebbe bastata a stenderlo.
Diede di nuovo un'occhiata alla grande vetrata dello studio. Niente preoccupazioni, niente problemi. Un buon inizio.
Qualcuno bussò alla porta, e solo in quel momento si ricordò che aveva assunto una segretaria il giorno prima.
"Signore?"
"Dimmi. Mi chiami pure Jeff."
"Ahem... sbaglio o per oggi non aveva appuntamenti?"
"Non sbaglia. Una giornata libera, come poche."
"Perfetto. Grazie mille, a dopo."
"A dopo."
Ma sì, era anche una ragazza carina, capelli rossi ricci, lunghi fino alle spalle e un'aria fin troppo innocente.. Una giornata come altre, ma una buona giornata, davvero una buona giornata.


Edited by Ambo44 - 12/7/2010, 01:05
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 20/6/2010, 02:05     +1   -1




La segretaria rientrò pochi secondi dopo:
"Signor Jeff... il suo giornale" disse, e porgendoglielo se ne andò.
"Mhh... stasera festa al casinò, tutti invitati... penso che ci andrò, si. Sicuramente sarà presente anche Jasper, quel noto ladro... quel furfante non si perderebbe mai un'occasione così, rubare al casinò!" disse tra se e se.
Continuò a leggere: le ore passarono velocemente, ed erano le 6 del pomeriggio quando Jeff distolse lo sguardo dal libro, quasi al termine.
Il ragazzo si vestì per andare alla festa, ed alle 8 in punto era già lì. Le porte si aprirono e la gente entrò al casinò: banchieri, borghesi, poveri, nobili... c'erano tutti, e di tutte le età.
Passò un ora, e tutti gli invitati ballavano e bevevano accompagnati dalle note di un violino dal suono sublime
Jeff però notò un ragazzo di circa 20 anni, appoggiato ad una colonna in un angolo buio, che scrutava attentamente tutti gli invitati... "Chissà cosa stà facendo..." pensò, e tornò a ballare.
Uno degli uomini nobili salì le scale verso il piano di sopra, e quel ragazzo lo seguì a distanza, quasi... "Pedinandolo! Ecco cosa stava facendo!" pensò improvvisamente Jeff, e seguì i due anche lui senza farsi vedere.
Appena arrivò al piano di sopra sentì suonare un'allarme con una campanella: corse verso la fonte del rumore e alla sua destra comparse il ragazzo di prima che fece lo stesso, ma... era più veloce di Jeff, tantochè arrivò prima alla cella di sicurezza ormai vuota.
"Jasper..." sussurrò, ed estrasse la pistola correndo versò le scale che portavano alla terrazza; l'altro lo seguì affaticato.
Arrivarono in terrazza: Jasper era sul bordo, con in mano un'enorme diamante; alzò la mano in segno di saluto e si buttò dal palazzo, alto più 50 metri.
Il ventenne con quel lungo impermeabile nero gli sparò, ma era troppo tardi: l'aveva mancato, per l'ennesima volta.
Jeff si affacciò dalla terrazza, ma il furfante era sparito... com'era possibile??
"Andiamo... non c'è più nulla da vedere qui, conosco ormai Jasper troppo bene per sbagliarmi" disse il ragazzo.
"Conosce quel ladro?" chiese l'altro. "Ma lei chi è?"
"Si, lo rincorro da qualche mese... oh, scusi, non mi sono presentato!". L'uomo aveva degli occhi marrone chiaro e capelli castani; si vedevano anche barba e pizzetto, ma molto lievemente; era magro ma non troppo alto, poco più di Jeff. "Mi chiamo Villa, Giuseppe Villa, e sono uno tra i migliori investigatori... ovviamente sono italiano"
"Da come parla l'Inglese chiunque la potrebbe scambiare per un perfetto americano!
Mi chiamo Jeff Olykins, ed anch'io sono un detective... mi chiami solo Jeff" rispose l'altro, ma Giuseppe esclamò "Diamoci del tu, tra colleghi è meglio".
"Come vuoi, Detective Giuseppe! Detective o Investigatore?" chiese Jeff, ma il ragazzo rispose distratto: "Fa lo stesso, scegli tu..."

Edited by Giuseppethedrifter - 20/6/2010, 20:21
 
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Ambo44
view post Posted on 20/6/2010, 15:19     +1   -1




Jeff, mentre tornava nella sala da ballo dove, fra la gente, si spargevano mormorii sull'accaduto, pensò un po' a quello che era successo.
Certo, se quella era una giornata come altre, le sue giornate dovevano fare tutte schifo.
Andò verso un tavolo del rinfresco e si versò un bicchiere di vino come se nulla fosse, ma ancora sovrappensiero.
Poi si voltò, vedendo Giuseppe che entrava anche lui nella sala da ballo, mettendo la pistola nella fondina e ancora con un'aria agitata.
"Quindi, siete anche voi sulle tracce di quel ladro?" Chiese a Jeff.
"Da un bel po'. è difficile prevedere le sue mosse, sopratutto sapere dove trovarlo. E appena lo trovi, scompare."
"Concordo. Penso che dovremmo parlarne in un luogo più tranquillo. Pochi minuti e arriverà la polizia. Non dico che ci saranno problemi, ma di sicuro l'agitazione salirà del doppio."
"Benone. Se per lei...ehm... te non è un problema, posso ospitarti nel mio studio."
"Faccia strada."
"Allora ci siamo entrambi fissati con il "lei" eh?" Disse l'altro ridendo.
Camminarono nel silenzio delle strade buie, turbato solo dal trambusto dei poliziotti che correvano verso il luogo del furto.
Passarono accanto all'auto elettrica di Jeff parcheggiata vicino alla sua casa. Teoricamente non era nemmeno sua, eredità, come diceva lui, e raramente la usava. A quei tempi una cosa del genere era un vero e proprio gioiello.
"Sally?" Disse poi entrando in casa. "Pare che alla fine oggi c'era un appuntamento imprevisto."
La ragazza osservò Giuseppe ancora stupita.
"Un lavoretto non previsto, non si preoccupi."
Andarono nello studio, dove sgombrò la scrivania da tutti i libri e spostò una poltrona dall'altro lato del tavolo per Giuseppe.
"Ecco, accomodati pure." Disse poi ansimante.
Si buttò nella sedia imbottita dall'altra parte, e si concesse un minuto pieno di riposo.
"Allora, come ti sembra l'America?" Chiese poi al nuovo amico italiano.
"Un buon posto per lavorare, in poche parole. Devo ammetterlo, tutti i guai sono qua." Disse Giuseppe scherzosamente, portando però con sé un filo di verità.
"In effetti... ah. Hai già avuto incontri con Jasper?"

Edited by Ambo44 - 20/6/2010, 21:46
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 20/6/2010, 23:47     +1   -1




Capitolo 1
"Si, l'ho incontrato altre due volte, ma ogni volta che provo a sparargli lui è già scomparso! Pensi che una volta si è buttato a mare e l'altra s'è gettato da un tetto ad un balcone da cui è sparito, ed ogni volta lo fa appena premo il grilletto!"
"Ma non avevi detto di darci del tu?"
"Ah, si scusi... ehm, scusa. Dicevamo?"
"Dobbiamo trovare un piano per smascherare ed arrestare quel furfante di Jasper!"
"Si, hai ragione... ma tu l'hai mai incontrato prima?"
"Solo una volta, ma non ero io il protagonista!" rispose Jeff, ridendo.
"Benone... così dovremo basarci sulle mie esperienze! Va bene, cominciamo subito."
Jeff prese un foglio e due penne stilografiche, da poco inventate anche se un pò ancora imperfette, e le poggiò sulla scrivania, poi tornò a sedersi.
"Belle, penne stilografiche... da noi sono ancora inutilizzabili, perdono l'inchiostro o non lo fanno arrivare alla punta. Beh, conta però che l'Italia è ancora molto arretrata!"
"Già, fortuna che è qui in America che si fanno le migliori invenzioni!"
"Comunque, torniamo al nostro lavoro... ammesso che l'abbiamo mai lasciato..."
Passò qualche secondo e poi i due si misero a ridere sguaiatamente, smettendo solo due minuti più tardi.
"Allora... Jasper..." riprese Jeff "è un criminale che lavora in proprio, se così si può definire, ed usa trucchi da vero professionista, tant'è vero che ancora non riesco a capire come faccia a salvarsi"
"Si, prima di diventare un ladro era uno tra i migliori illusionisti al mondo. La sua fama passò da quella di grande mago a quella di grande ladro. Io c'ero, e lo ammiravo ai vecchi tempi... poi diventò un ladro, e mi misi al lavoro per non permettergli vita facile, ma ci sono voluti parecchi mesi per mettermi sulle sue tracce. Credo che tutt'ora io sia uno tra gli investigatori che teme di più".
"Lo credo bene!" disse Jeff sorridendo, e si mise a prendere appunti sul criminale. Giuseppe invece attese che il nuovo collega finisse, ammirando la stilografica americana che era molto più avanzata di quella da lui conosciuta.
"Ok, mettiamoci al lavoro sul lato pratico. Hai già un piano?" continuò pochi minuti dopo, ma il ragazzo dall'altra parte della scrivania rispose: "Io? Beh, in effetti no, ma possiamo pensarci ora. Visto che non sono del luogo, quando si terrà la prossima festa in un luogo di lusso?"
"Beh, tra due giorni ci sarà un'altra serata di gala, in una villa questa volta."
"Scommetto che è lì che agirà. Dobbiamo tendergli una trappola, e pensare come... alla svelta"
Jeff pensò un'attimo, poi assunse un'aria felice come se gli si fosse accesa una lampadina in testa.
"Ho un'idea geniale. Quella villa ospita un tesoro di valore inestimabile, un lingotto d'oro puro antichissimo che vale milioni di dollari! Il palazzo è sorvegliato da una guardia molto anziana: certo, armata, ma ugualmente anziana quindi facilmente sopprimibile. Ora: mettiamo caso che Jasper venga davvero; si può benissimo travestire da nobile come ha fatto l'ultima volta, no? E i nobili hanno molti poteri..."
"Ah-ah! Capisco dove vuoi arrivare! Jasper, essendo travestito da nobile, potrebbe chiedere di vedere il tesoro più da vicino, cosa che le persone normali non possono fare, e di certo la guardia non glielo negherebbe!"
"A quel punto potrebbe facilmente tramortire la guardia, rubare il tesoro e scappare dalla terrazza della villa che si trova all'ultimo piano, sul tetto" continuò in risposta Jeff
"Bene. Noi non dobbiamo impedire al furfante di rubare il lingotto, anzi è ciò che dobbiamo favorire: ci servono delle prove sostanziose. Il nostro compito è bloccare la sua fuga, quindi dobbiamo andare sul campo a perlustrare per bene tutta la villa e i vari appigli presenti sulle mura."
"Giusto, hai ragione. Poi dovrai anche provare a calarti giù dalla terrazza come farebbe Jasper... sai, io non sono quel che si può definire un'uomo agile!"
I due scoppiarono a ridere per l'ennesima volta, poi Giuseppe riprese a parlare continuando il discorso dell'uomo di fronte a lui.
"Fatto ciò dobbiamo trovare un modo di costruire una trappola che non si noti. Dobbiamo bloccare quell'uomo prima che possa gettarsi dal tetto come fa di solito, e forse ho anche un'idea... comunque la cosa fondamentale è incastrargli un'arto in qualche trappola o marchingegno..."
"Beh, a quello penserò io" disse Jeff, e poi guardò l'orologio: parlando si era già fatta l'una di notte, così disse "Rimani qua stanotte, è tardi ed ho una camera degli ospiti pronta con due letti già fatti... in uno c'è la segretaria, Sally"
"No, no, preferirei lasciare alla ragazza la sua intimità..." disse insicuro Giuseppe, ma Jeff controbattè "E' troppo tardi, non vale la pena... rimani qua ormai, insisto. Non credo che la segretaria si farà tanti problemi... infondo ho visto come ti ha guardato quando sei entrato"
"Ma dai, non dire sciocchezze... comunque va bene, rimarrò qui, ormai è troppo tardi per andare in una locanda"
"Bene, almeno ti sei convinto... ammetto che questo trucco funziona sempre!"
I due si misero a ridere per l'ultima volta, poi andarono a letto.

Edited by Ambo44 - 22/6/2010, 00:15
 
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Ambo44
view post Posted on 21/6/2010, 15:01     +1   -1




Jeff accompagnò il nuovo socio alla tanto famosa camera, posizionata al secondo piano della casa.
L'abitazione, in tutto, aveva tre piani, più o meno. Nel primo, c'era la sala da pranzo e un salotto, allestito secondo i gusti di Sally per i colloqui. Jeff non voleva mettere in dubbio il gusto estetico della segretaria. Era sicuramente migliore del suo, e il giovane faticava ancora a pensare com'era ridotta la casa prima dell'arrivo della ragazza.
Al secondo piano c'era la camera degli ospiti, spaziosa e pure questa risistemata da Sally, e altre camere d'ordinanza, come un bagno e il ripostiglio.
Jeff era sistemato al terzo piano, una soffitta molto riadattata, diventata poi lo studio, e al fianco di questa una piccola camera col letto. Aveva scelto di usare quel piano sopratutto per le dimensioni della soffitta, adatte per lo studio che costruì poi e sopratutto per la grande vetrata che lo illuminava e dava una fantastica vista sulla strada, una via relativamente tranquilla. Non come la città...
Giuseppe rimase sveglio a lungo e Jeff lesse fino a tarda sera. Non solo la festa e le pianificazioni, ma ora il tormento di quel dilemma e gli altri nuovi pensieri turbavano il sonno dei due. Per non parlare del ticchettio della macchina da scrivere al piano di sotto.
L'indomani, Giuseppe era in piena forma, emozionato dall'idea di preparare il piano, mentre l'amico americano era ridotto ad uno straccio.
Dopo una tazza di caffè, si rimisero in cammino verso la villa di cui parlava Jeff la notte prima.
La villa era enorme. Se tutto era come previsto, c'era una stanza principale dove sarebbe stata allestita una pista da ballo. E delle rampe di scale per accedere agli altri piani. Un classico.
Si avvicinarono alla guardia che stava vicino al cancello.
"Salve, buon uomo" Disse Giuseppe sollevando il cilindro in segno di saluto "Volevamo parlare con il proprietario della villa, nonché colui che farà la festa stasera. Siamo nell'elenco degli invitati, no?"
"Provi con Jeff Olykins..." Suggerì Jeff alla guardia mentre questa tirava fuori dalla tasca della giacca sgualcita un lungo foglio altrettanto stropicciato.
Mentre l'uomo guardava fra i nomi, i due poterono notare facilmente l'aria stanca dell'uomo. Chissà, magari era rimasto fuori, vicino a quel cancello, tutta la notte.
"Il proprietario della villa è preoccupato...per il lingotto?" Azzardò Jeff.
"Uhm...cosa?" Chiese la guardia.
"Oh, niente. Dicevamo che eravamo sicuri dell'efficienza delle misure di sicurezza che verranno usare per evitare disastri col lingotti." Disse Giuseppe.
"Mmm, sì, già." Concluse l'uomo tagliando breve.
"Ah, pare che non ci sia il vostro nome, sulla lista."
"Sicuro?"
"Certo. Pare che stasera perderete la festa. E non potete entrare nemmeno ora."
"Sicuro, però aspetti che..." Jeff prese un piccolo astuccio, si mise gli occhiali e contò alcuni dollari, porgendoli poi alla guardia.
"Facciamo finta che per oggi hai finito di lavorare, e che magari siamo stati invitati alla festa."Disse poi.
"Perché no?" Disse l'uomo, infilandosi il cappotto e cominciando ad andare con un'aria evidentemente soddisfatta.
"Infatti, perché no? Ottima scelta." Disse Giuseppe salutando "Bene, possiamo andare.
Attraversarono un giardino curato con stupende siepi e aiuole piene di fiori.
Quando il maggiordomo aprì, Giuseppe disse sorridente:
"'Sera! Siamo Giuseppe Villa e Jeff Olykins, Investigatori....cioè...detective" Fece una pausa per riflettere, ma dopo un paio di secondi disse "La guardia fuori dal cancello ci ha dato il permesso di ispezionare le misure di sicurezza usate per il lingotto."
"Perfetto..." disse il maggiordomo poco convintto "dovete sapere che il signore è molto agitato, sapete, ultimamente a tutte le feste come questa si presenta quel famigerato ladro e...colpisce."
"Già..."
Le ipotesi sulla villa erano ben fondate: la festa si sarebbe tenuta in un grande salone al piano terra, mentre, oltre ad una rampa di scale, si apriva una diramazione di corridoi che portava alla stanza con il lingotto.
"Perfetto, al lavoro." disse Jeff mettendo giacca e cilindro sul divanetto.

Ormai era sera, e la stanza cominciava a riempirsi di gente.
Jeff interruppe una probabilmente piacevole conversazione fra Giuseppe e una ragazza di ceto alto, con capelli biondi che si appoggiavano morbidi sulle spalle, un viso sottile con due occhi azzurri penetranti. Giuseppe si girò di scatto, con aria nervosa.
"Ehm...ma ti sei mai chiesto come faccia Jasper a fare parte a queste feste? Intendo, se noi abbiamo dovuto corrompere la guardia per..."Chiese Jeff.
"E tu ti sei mai chiesto come ha fatto a prenderci quel diamante sotto il naso, ieri?"
"In effetti sì, tutta la notte."
"Allora evitiamoci dubbi molesti." Disse Giuseppe "Ancora un attimo" disse, voltandosi verso la ragazza "Allora, tutto pronto per il piano?"
"Certo. Meglio non tenere d'occhi la gente che arriva, potrebbe riconoscerci."
"Ottimo... e ora, torno agli affari seri" E così sul viso dell'italiano si dipinse un largo sorriso, e si voltò nuovamente verso la ragazza.

Nel frattempo, oltre il cancello della villa, la guardia cominciava a mettere via la sua roba: tutti gli invitati erano arrivati, e lui non aveva niente da fare. Ma ad un tratto, vide in lontananza un uomo nella strada buia. Veniva da quella parte? Meglio aspettare per vedere cosa volesse.
Ad un tratto, come un ombra arrivò al suo fianco una ragazza che era entrata poco prima, bionda e con occhi azzurri penetranti.
"Avete bisogno di qualcosa, signorina?"
"In effetti...sì."
"Se ho capito bene, mi dispiace deludervi ma devo ancora sbrigare alcune incombenze..."
"Ma daaaai.... non sono arrivati tutti gli invitati?
"Non ha tutti i torti... dove si va, stasera?"
E i due si allontanarono nel buio.
L'uomo che poco prima era lontano, si era avvicinato e ora guardava soddisfatto il cancello libero.
"Grazie mille Janett"
Entrò nel giardino camminando tranquillamente"Se tutto va bene presto avrai la tua paga." disse sussurrando al nulla, ma con una voce teatrale, improvvisando qualche passo prima di entrare nella sala da ballo, nella confusione generale.

Alle nove in punto, il guardiano del lingotto fece osservare da più vicino il tesoro ad un visitatore. Le uniche cose che ricordò fu una forte spinta e il suo svenimento.

"Allora" disse Giuseppe, osservando la stanza del lingotto. Era pomeriggio e la festa non era ancora cominciata "Non ci apposteremo nella camera. Se non riusciamo a fermarlo in quel momento, è la fine, riuscirà a scappare e tanti saluti. In poche parole, ridurrebbe le nostre possibilità ad una sola."
"Giusto." rispose Jeff"Innanzitutto, chiudiamo la porta che da sul balcone: probabilmente non cercherà di aprirla per non metterci troppo e far arrivare le guardie..."
"Ottimo. Sarà costretto a trovare altre vie." Conclusa la frase, Giuseppe uscì di scatto dalla camera, ripercorrendo a grandi passi più e più volte i corridoi, cercando possibili vie di fuga o usandolo come scusa per guardare la cameriera.
"Il tetto fortunatamente non è accessibile."Riprese Jeff, ancora nella camera.
"Conoscendo quel pazzo"rispose l'altro, quasi urlando per farsi sentire da quella distanza "è anche capace di arrampicarsi da una finestra per salire sul tetto. Meglio sbarrare anche quelle.
"Ottimo. Sembra che potrà solo uscire dall'entrata principale."
"è da giorni che volevo sentire questa frase" Disse Giuseppe.

Alle nove e dieci Jasper correva disperato per i corridoi della villa. Il guardiano aveva avvisto le altre guardie e ora lo cercavano. Fermarsi per aprire una finestra avrebbe dato tempo a quegli uomini di raggiungerlo. Il lingotto cominciava a pesare fra le sue mani, e non bastava nasconderlo nella sua giacca. Doveva uscire, anche dall'entrata principale, se necessario.

Il sole cominciava a scendere, e i due continuavano a pianificare "E noi ci metteremo esattamente vicino alle due rampe di scale: avremmo il doppio delle possibilità. Inoltre il ladro non sarà di certo preparato per questo..." Disse Jeff.
"Perché no?" disse Giuseppe allegro.
"Sigaro?"
"L'ho detto e lo ripeto: perché no?"
Dopo aver acceso i rispettivi sigari, si goderono quel momento di estrema tranquillità prima della tempesta.

Alle nove e venti, dopo continue fughe nel labirinto di corridoi Jasper decise: corse verso quello principale e si buttò verso la rampa di scale.
Ad un tratto, da dietro alla tenda uscì Giuseppe armato di pistola. Durò tutto un istante: Jasper riuscì a spingere il ragazzo giù dalla rampa di scale, ma questo nello stesso momento sparò un colpo che colpì dritto il braccio destro del ladro.
Questo non mollò la presa e continuò a correre fra la folla lasciando una leggera striscia di sangue. Solo arrivato alla porta, quando gli spari si moltiplicarono, lasciò a terra il lingotto e scappò.
Appena le guardie e i due detective furono fuori, non riuscirono a vedere niente a parte le siepi. Perfetto.
"Ma abbiamo evitato il furto, almeno! E non avevamo calcolato di poterlo rallentare in modo da far arrivare le guardie! è tutta una questione di secondi!" disse Giuseppe allegro.
"Sì..." rispose l'altro sicuramente più triste"A proposito, come stai?"
"Oh, non mi lamento. Saranno quei gradini ad aver male per un bel po' di tempo."

Edited by Ambo44 - 21/6/2010, 23:49
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 21/6/2010, 23:11     +1   -1




I due tornarono indietro per riportare al sicuro il lingotto d'oro, tra lo stupore generale e gli applausi della gente.
"Ecco il lingotto, siamo riusciti ad evitarne il furto" disse Giuseppe alla guardia.
"Grazie per quello che avete fatto, senza di voi quest'ineestimabile antichità sarebbe già andata perduta" rispose la guardia
"No, non è nulla... infondo è il nostro dovere. Piuttosto lei come sta?" riprese il ragazzo
"Ah, io bene, solo un pò confuso..."
"Noi per questa sera andiamo. Non credo che Jasper si farà rivedere tanto presto..." disse Giuseppe, abbozzando un sorriso.
I due tornarono a casa di Jeff. Entrati, li accolse la segretaria che prese il cappotto del suo "capo" e l'impermeabile del collega; poi, quando fecero per andare nel corridoio, Sally notò un particolare sull'uomo.
"Signor Villa...?"
"Mi dia pure del tu... cosa c'è?"
"Ha... hai un taglio sul collo!"
"Cos..." disse lui, toccandosi il punto piuttosto coperto indicato dalla segretaria: vide la sua mano sporcata da qualche goccia di sangue. "Oh, non è nulla..." riprese minimizzando.
"No, vieni qui che lo disinfetto! I tagli sul collo sono pericolosi!" insistè Sally, e davanti a quello sguardo Giuseppe non potè far altro che acconsentire.
"Grazie" disse appena ebbe finito.
"Ancora non capisco come te lo sia procurato, in un punto così inusuale!"
"Beh, forse c'era qualche scalino tagliente... il ladro m'ha buttato giù dalle scale"
"Stai bene?"
"Non preoccuparti, un pò di riposo e mi rimetterò a posto... tanto quel furfante non si farà vedere per un pò"
Giuseppe e Jeff finalmente salirono nello studio, dove poterono riposarsi un pò ripensando all'accaduto.
"Dove l'hai trovata una segretaria così? E' carina e gentile, sei un tipo molto fortunato..." sbottò poi Giuseppe, sorridendo;
"Ti sbagli: tu sei un tipo fortunato, mio caro collega!" riprese ridendo l'uomo di fronte a lui;
"Cosa intendi dire?" chiese Giuseppe, che aveva già capito le parole di Jeff dall'espressione del volto.
 
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Ambo44
view post Posted on 22/6/2010, 22:21     +1   -1




Quella sera, un uomo vestito elegantemente ma trasandato entrò in casa sua.
Una donna lo aspettava, seduta su una poltrona. si lisciava lentamente i ricci biondi con aria maliziosa.
"I soldi? Hai i lingotto?"
"No! Dovrai... aspettare. Questa volta, hanno previsto il mio arrivo."
"A-ah... fammi indovinare, ti hanno sparato?"
"Non fare la spiritosa. Devo trovare un modo per precederli. Hai neutralizzato la guardia?"
"U-uh... tecnicamente, è morta."
"Sì.... sì..."
"Sicuro che non possa fare qualcosa per te?"
"Andartene, per ora."

Passarono settimane e in nessuna delle feste più importanti di Washington il ladro si fece vivo, malgrado i preziosi averi dei ricchi proprietari di ville e palazzi. E nemmeno nelle esposizioni più "succose".
Una domenica come altre, Jeff si alzò presto la mattina per andare a messa.
Aspettò che la segretaria si preparasse e fecero per uscire, prima però salutò Giuseppe che faceva colazione.
Ma prima passò da Giuseppe, che stava ancora facendo colazione
"Mi dispiace se nella tua camera non ci sono finestre... sai, questa città di mattina è molto bella"
"Fa nulla, tanto la mattina c'è ugualmente un bel panorama..."
"Ah già... purtroppo Sally non ha altre camere in cui cambiarsi"
"Beh, non è che la cosa mi dispiaccia più di tanto..."
"Comunque è tardi, dobbiamo andare"

"Già, già... come al solito. Senza offesa, mi sembra una stupidaggine: è come se l'uomo, sentendosi solo, abbia inventato un qualcosa in grado di scatenare tempeste e maree, dicendo poi che i loro amici morti andavano poi in Paradiso con lui. Una scusa contro la debolezza, quasi."
"Sarà. Ne parleremo poi. Ora siamo in ritardo. A dopo!"
Arrivati alle porte della chiesa, il custode lo guardò perplesso"Signor Olykins? Ma perché è qui?"
"Come? Non c'è la messa?"
"Non sa cosa è successo ieri sera, durante l'eucarestia?"
"Mmm...no?"
"Mentre padre Anthon celebrava la messa, un uomo si è alzato dalla platea e ha sparato, contro il prete! Tutta la gente è scappata, e quel tale è riuscito a rubare tutto quel che c'era di prezioso nella chiesa, a tratti, fra un indagine della polizia e l'altra."
"Ah! Allora... aspetterò il nuovo parroco."
Jeff cominciò a tornare sui suoi passi, molto turbato.
"Stai pensando a quel ladro, Jasper?" Chiese Sally.
"Mi sembra una cosa molto azzardata. Ne parlerò con Giuseppe."

"Già di ritorno?"chiese quello, un quarto d'ora dopo aver salutato i due che andavano verso la chiesa.
"Già. Ma non sono a mani vuote."
Dopo aver riassunto l'accaduto, Giuseppe era addirittura più perplesso di Jeff.
"E pensi sia Jasper? Non è un'ipotesi azzardata?"
"Già. Ma dobbiamo indagare a prescindere. Non è nel suo stile, questa cosa... l'assassinio... eccetera. E poi non si fa vedere da settimane.Svaligiare una chiesa, poi. Dobbiamo indagare punto."
"Già, non hai tutti i torti. Dove si va?"
"In chiesa."
"Non provarci nemmeno..."
"Non pensavo che tu avessi tutta questa avversità per il cristianesimo. E poi non ti preoccupare, non è più una chiesa, tecnicamente."
"Ah no?"
"Esatto il tabernacolo era in oro, e il ladruncolo ha pensato bene di prenderlo. Niente tabernacolo, niente presenza del Signore, ahimè."

Edited by Ambo44 - 23/6/2010, 15:35
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 23/6/2010, 23:26     +1   -1




"Capisco... comunque non ci entrerei per principio, se non ne fossi costretto dal dover indagare..." disse lui. Poi si finì di vestire: una camicia bianca, dei pantaloni e il suo solito impermeabile nero sarebbero senz'altro bastati, pensò.
"Vieni anche tu?" chiese poi a Sally, la quale faceva per seguirli.
"Certo! Potrei esservi utile nelle indagini... e poi mi annoio a stare da sola"
Jeff sospettava che non fosse questo il vero motivo... ma evitando di farlo notare, i due investigatori e la ragazza uscirono dalla casa, dirigendosi verso il luogo del delitto.
"Di nuovo qui, signor Olykins?" chiese il custode, intento a lavare il pavimento di marmo all'esterno della chiesa.
"Siamo venuti per indagare" rispose lui.
"Ha già lavato dentro?" chiese Giuseppe.
"No, non ancora" rispose il custode.
"Bene... non lo faccia fino a che non glielo diciamo" disse Sally, e i tre entrarono nell'abbazia.
L'altare era macchiato di sangue, come tutto ciò che si trovava a distanza di due metri dal luogo del crimine.
I tre si misero a perlustrare la zona attorno al tabernacolo.
"Guardate!! Un pezzettino di legno!" esclamò all'improvviso la ragazza, indicandolo.
"Brava Sally, ottimo lavoro.." disse Giuseppe raccogliendolo
"Già, davvero un'ottima vista! Si mimetizzava pure con il pavimento..." fece notare Jeff, e la ragazza pareva molto felice per i complimenti ricevuti dai due detective... o forse per altro.
"Mhh... secco, tagliente, verniciato ma solo da un lato... sembrerebbe un pezzo di tacco, proveniente, a quanto sembra dalle dimensioni, da una scarpa femminile..." descrisse Giuseppe, porgendolo poi a Jeff che confermò la descrizione.

All'improvviso si sentì scricchiolare la porta principale ed una ragazza entrò in chiesa. Era piuttosto bella: capelli neri, proprio come gli occhi scurissimi in perfetto contrasto con la sua pelle. Portava un vestito molto elegante, ma poco scollato; in effetti aveva tutta la parvenza d'essere una brava ragazza, di quelle che assomigliano a delle santarelline.
"Buongiorno! Siete della polizia?" disse con voce un pò spaventata, con il timbro di voce da ragazzina.
"Non proprio... siamo dei detective privati" disse Jeff, notando la nuova arrivata.
"Oh, capisco... sapete, io ieri sera c'ero. Ho visto tutta la scena... non avevo mai visto morire una persona, e ho avuto tanta paura!" raccontò lei ancora con quel tono di voce spaventato.
"Beh, non si preoccupi, ora ci siamo qua noi" disse Jeff con espressione rassicurante, e la ragazza gli sorrise in modo leggermente malizioso... "ci può raccontare con precisione cos'è successo ieri sera?" continuò lui.
"Ero venuta in chiesa per la normale messa, e così era all'inizio... ma poco prima della comunione, quando padre Anthon aveva aperto il tabernacolo, un uomo si è alzato e, con un revolver, gli ha sparato in testa. Tutti sono scappati, e il ladro ha rubato il tabernacolo con tutto il calice. Io sono rimasta abbastanza da vedere quel furfante metterlo in un sacco, ma appena si è girato ed ha visto che ero ancora la ha provato a spararmi. Fortunatamente ho aperto la porta della chiesa poco prima che premesse il grilletto, così il proiettile si è fermato lì" raccontò la ragazza, un pò agitata per l'accaduto.
"Cosa? Ha fatto una cosa rischiosissima! Quel criminale poteva ucciderla... ed ora sicuramente la cercherà, perchè i ladri non vogliono testimoni" disse preoccupato il ragazzo, e nel frattempo Giuseppe era già andato all'altra estremità dell'abbazia per controllare.
"Jeff! Confermo! Qui è rimasto incastonato un proiettile... a occhio e croce è un calibro 38 Special! Se l'avesse colpita sarebbe stato capace di staccarle un arto... inoltre confermo che è uno di quelli utilizzati da Jasper!" gridò il detective per farsi sentire, osservando la porta principale.
"Cosa?!? Come fai a saperlo?"
"Amico, rincorro questo ladro da molto più di te ed ho potuto ispezionare corpi di gente che ha ucciso... ne sono certo, è lui! Inoltre, dovremo portare la ragazza con noi, è in pericolo di vita se Jasper l'ha vista!"
"Hai ragione!" gridò Jeff, ancor più preoccupato, poi tornò a parlare con la giovane donna.
"Alla luce dei nuovi fatti, meglio conoscerci meglio... come si chiama?" le chiese.
"Mi chiamo Daisy Loucet" rispose lei, un pò più rassicurata dagli ultimi avvenimenti.
"Bene... io mi chiamo Jeff Olykins, e loro sono Giuseppe Villa, un'ottimo detective italiano, e Sally Rent, una nostra collega improvvisata..." descrisse Jeff.
"Ok... qui non c'è più nulla, credo sia ora di andare" disse il ragazzo tornando dagli altri tre, così fecero per uscire, ma un'altra donna entrò nella chiesa: era bionda, con capelli ricci ed occhi azzurri.
"Buongiorno... chi cerca?" chiese ancora l'uomo corpulento.
"Nessuno in particolare... ma ho saputo che la polizia era qui e sono venuta a dare la mia testimonianza" rispose lei, lisciandosi i capelli.
"Oh, bene... allora ci descriva la sua versione dei fatti"
"Ero a messa quando un uomo si è alzato dalla panca ed ha sparato al prete, mancandolo. Poi un'altro uomo si è alzato, tentando di sparare al primo senza successo perchè quello era già in fuga. Allora lui ha ucciso il prete e rubato il tabernacolo d'oro, poi si è dileguato... io ho visto tutto perchè mi ero nascosta"
"Capisco... beh, grazie della testimonianza, ci sarà certamente d'aiuto"
Ad quel punto Giuseppe e quella donna si videro, ed assunsero subito uno sguardo sorpreso. Poi la donna si girò e cominciò a percorrere la strada da cui era venuta; Giuseppe si affrettò ad andare dall'altro.
"Guardale il tacco destro..." disse questo nell'orecchio a Jeff, il cui occhio andò subito ad ispezionare il punto da lui indicato: mancava un pezzo di legno, e le scarpe erano bianche proprio come il legnetto trovato sulla scena del crimine. "Inoltre, non hai visto come mi ha guardato? L'ho riconosciuta subito: l'ho vista parecchie volte in Italia, e tutte coincidevano con la comparsa di Jasper... perciò secondo me ha dato una falsa testimonianza per depistare le indagini" continuò il ragazzo, molto sorpreso.
"Bene, discuteremo anche di questo. Inoltre, Daisy, dovremo portarla subito in un luogo sicuro: uno di noi poi andrà a ritirare i suoi effetti personali" disse Jeff, e così i tre partirono.
 
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Ambo44
view post Posted on 24/6/2010, 14:44     +1   -1




Era una mattinata di autunno, ma l'inverno iniziava già a farsi sentire: il gelo imperversava nelle strade colme di foglie secche.
I pensieri di Jeff vennero interrotti da una voce leggera
"Siamo quasi arrivati..."
"Molto molto bene..."
Solo in quel momento gli venne in mente che stava andando a casa di Daisy per recuperare i suoi oggetti. Era stata una stupida idea di Giuseppe, che nel frattempo era tornato a casa con Sally. Bé, almeno star con Daisy non era una brutta cosa, ma più che altro a Jeff aveva dato fastidio l'atteggiamento di Giuseppe.
"Accompagnala, tu, dai." Aveva detto con voce eloquente e facendo l'occhiolino.
Meglio non pensarci.
Almeno ora erano sicuri che sotto c'era Jasper: la donna che era passata per la chiesa esponendo la sua testimonianza era Janett, una probabile complice del ladro che Giuseppe aveva incontrato spesso in Italia. Questa cosa gli era venuto in mente soltanto in chiesa, associandola ai fatti in Italia, anche se l'aveva già incontrata alla festa di alcune settimane prima e non l'aveva riconosciuta.
"Allora è meglio non fidarsi." Disse Jeff dopo aver sentito questa storia.

"Signor Jeff, quella è casa mia!" I pensieri di Jeff vennero nuovamente interrotti dalla voce di Daisy.
Entrarono nella sua casa. Era tutto in ordine come lo aveva lasciato la ragazza, o almeno come lo aveva lasciato..."Adele!" chiamò Daisy.
"E chi sarebbe?"
"La donna delle pulizie, viene tutte le domeniche... non vorrei che il malfattore fosse passato di qua e..."
"Credo di no, ma non lo garantisco."
Salirono una rampa di scale. Ogni stanza era ordinatissima e non c'erano tracce di uccisioni.
"Bé, pare che la sua cameriera abbia fatto il suo lavoro e se ne sia andata."
"Già..." nonostante tutto Daisy era un po' preoccupata.
Rimaneva solo una stanza, la camera da letto della ragazza.
Jeff oltrepassò la soglia e dovette ricredersi: sul letto a due posti era steso un cadavere, posizionato come in una tomba, con le mani giunte sopra il petto. Nonostante pareva che le avessero sparato, la cameriera aveva gli occhi chiusi. Chiaramente erano stati chiusi, per la precisione.
La camera era in perfetto ordine, e se non fosse per il cadavere e il sangue sarebbe sembrato tutto normale.
Jeff controllò alcuni cassetti: erano tutti pieni, l'assassino non aveva preso niente.
Il proiettile vicino al corpo era come quello di Jasper, un 38 special.
Poi l'occhio di Jeff si posò su qualcosa fra le mani della donna: un fogliettino.
"Crofton, Fallsway Dr, 3..." Lesse a bassa voce Jeff."Un classico. Ma che ha in mente Jasper, ammesso che sia lui? Cosa sta cercando di fare?"
Poi guardò Daisy: stava piangendo sulla soglia della porta, dando le spalle al cadavere per evitarne la vista.
"Coraggio signorina, ora io e Giuseppe abbiamo pane per i nostri denti. Probabilmente siamo molto vicini ad una conclusione...od a un fallimento."

"Per quel che mi riguarda, lì ci può abitare anche tua madre." Disse Giuseppe sorseggiando un caffè nel salotto di Jeff.
"Certo, ma si è trasferita a New York."
"Senso dell'umorismo, lo conosci?"
"Più che altro si fa sentire nei momenti meno opportuni. Non possiamo vivere nel dubbio sulla funzione di quell'indirizzo."
"Già..."
"Sally?" chiese poi Jeff alla segretaria che consolava ancora Daisy "Sai dirmi gli orari del il treno per Crofton?"

Edited by Giuseppethedrifter - 26/6/2010, 16:49
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 26/6/2010, 17:38     +1   -1




"Il prossimo è alle due del pomeriggio" rispose la ragazza, che in quel momento stava consolando Daisy.
"Bene, allora noi partiremo dopo pranzo. Tu bada alla signorina Loucet, mi raccomando, e chiudetevi in casa senza uscire: è troppo rischioso con un criminale che la cerca" disse Jeff, e così fecero; dopo pranzo i due investigatori andarono alla stazione ferroviaria di Washington, e andarono a Crofton con il treno delle due.
Il viaggio durò due ore: in quel tempo, i due detective sistemarono le loro pistole, pronti ad incontrare Jasper in un conflitto a fuoco, ma così non fu; all'indirizzo indicato nel biglietto trovarono solo un'altra casa perfettamente in ordine, ed un altro cadavere che, come il precedente, teneva in mano un biglietto.
"Washington, Chapparal Drive, 15" diceva, e combaciava perfettamente con il domicilio di Jeff.
 
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Ambo44
view post Posted on 11/7/2010, 19:28     +1   -1




"Due ore. E per raggiungere la mia casa ci vorrà un altra mezz'ora." Disse serio Jeff.
"Troppo. Ma non mi stancherò di sperare finché non saremo lì." Giuseppe assunse un aria solenne, perdendo quella attenta che aveva sempre. Sapevano entrambi di sperare invano.
Il viaggio sembrò durare il doppio, e appena scesi dal treno i due corsero verso la casa di Jeff.
Appena dentro, Giuseppe portò istintivamente la mano alla pistola mentre Jeff cominciava a guardare il salotto. Niente. Niente e niente.
Dopo aver perlustrato la casa a lungo si arresero sedendosi sul divano, esausti più psicologicamente che fisicamente. Jasper li aveva fregati.
Jeff non ricordò bene cosa successe nei minuti a seguire. Forse si addormentò anche, ma sta di fatto che si svegliò appena sentì girare la chiave della porta. Guardò Giuseppe allarmato, e l'amico ricambiò lo sguardo. Appena la porta si aprì, si alzò di scatto puntando la pistola a... "Sally?!". Giuseppe passò da un aria sollevata ad una più arrabbiata.
"Ma vi rendete conto del rischio? Quel folle poteva uccidervi entrambe!"
"Lo so, e infatti non siamo rimaste in casa come avete detto e siamo uscite. Questa volta lo abbiamo preceduto noi, Jasper." Disse Sally orgogliosa.
Subito dopo Giuseppe passò dall'arrabbiato a deluso. Alla fine la colpa era solo loro, ma non erano state stupide. Jeff guardava la scena divertito.
"Bé, però ora siamo completamente ciechi." Disse poi tornando serio sul discorso"Jasper ci ha dimostrato di essere imprevedibile. è inutile provare a pensare come lui..."
Si guardò poi attorno. Giuseppe era di nuovo sul divano chiuso nei suoi pensieri, mentre Sally era in cucina a preparare un tè, assieme a Daisy che, anche se non c'era più pericolo, aveva un'aria spaventata.
"Non ci rimane che festeggiare!" concluse Jeff accendendo il sigaro.
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 12/7/2010, 16:50     +1   -1




"Festeggiare? Con cosa? Qui non abbiamo proprio nulla, dovremo andare a fare la spesa" disse Sally seccata.
"Te ne potresti occupare tu?" chiese Jeff. "Inoltre, Giuseppe, dovresti accompagnarla: dopo quanto è successo oggi, non è prudente uscire da soli".
"Si, hai ragione" rispose lui.
"Va bene, noi andiamo al mercato. Ci vediamo dopo. Bada a Daisy"
I due si dirissero verso il centro della città, dove in quel pomeriggio autunnale c'era molta confusione.
Il mercato era affollato: donne, uomini, bambini, animali... e in più ogni venditore strillava a squarciagola per attirare l'attenzione dei clienti sulla sua mercanzia.
Così Giuseppe e Daisy cominciarono a far compere. Vino, carne, frutta, verdure... al termine si diressero verso la casa di Jeff, con una mezza dozzina di sacchetti in mano.

A qualche chilometro di distanza una donna bionda, con occhi azzurri penetranti ed un vestito rosso sangue era appena arrivata di fronte al numero 15 di Chapparal Drive, ed ora scrutava la porta principale. Era pronta: estrasse la pistola, un revolver con munizioni calibro 38S, e sparò alla serratura che, essendosi rotta, le permise di aprire la porta.
Due degli abitanti erano usciti, li aveva visti di persona, e probabilmente gli altri due non erano pronti.
Salì di corsa le scale ma trovò il primo piano deserto.
"Possibile che siano usciti di nuovo? Questa non ci voleva" pensò.
Proseguì con il secondo piano, anch'esso senza l'ombra di un essere umano, così tentò per il terzo.
Arrivata al quart'ultimo gradino sentì un forte schiocco, uno sparo ed un enorme dolore alla gamba sinistra. Cadde in avantì, abbandonando la pistola che rotolò per qualche metro e che fu afferrata da un'altra donna: Daisy.
Jeff si avvicinò alla ragazza bionda, e le prese un braccio tirandoglielo dietro la schiena.
"Janett! Dimmi, dov'è Jasper!?" chiese l'investigatore. La donna non rispose, e l'uomo premette di più sul braccio... ormai il dolore era insopportabile, e di li a poco l'arto si sarebbe spezzato.
"Stai sanguinando copiosamente, e continuando così morirai dissanguata, quindi te lo ripeto: dov'è il tuo collaboratore, Jasper?"
La donna, capendo di avere poco tempo, finalmente si decise a rispondere:
"E' scappato, è andato nel West per fare qualche colpo lontano da voi"
"Ciò significa che sei stata tu ad uccidere quelle donne, tu a scrivere i due biglietti che abbiamo trovato sopra i corpi e tu ad essere entrata in questa casa stamattina, tentando di uccidere altre due donne!?"
"Si, si ho fatto tutto io, ma ti prego, non farmi morire"

Giuseppe e Sally arrivarono al luogo da cui erano partiti; la serratura era distrutta, e la porta spalancata. Ebbero un brutto presentimento. Lasciarono all'entrata le buste, e corsero su per le scale, mentre il primo estraeva la sua arma.
Guardarono i primi due piani, che erano totalmente in ordine ma senza anima viva, e salirono le scale per il terzo. Gli scalini erano totalmente insanguinati, ed arrivati in cima si buttarono appena in tempo per schivare un proiettile sparato da Daisy, impaurita.
"Ma che cazz* sta succedendo qui?" gridò il detective, vedendo Janett a terra mezza morta, Jeff e Daisy armati ed un proiettile passato a qualche centimetro dalla sua stessa spalla.
"Janett è tornata per ucciderci, ma l'abbiamo previsto, anche se non credevamo fosse lei. Ora ha confessato tutto" rispose Jeff calmo.
"Beh, ma sta morendo! Dobbiamo portarla subito in ospedale" fece notare la segretaria.
 
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Ambo44
view post Posted on 16/7/2010, 23:00     +1   -1




"Un attimo." Jeff uscì di corsa di casa, e tornò dopo una decina di minuti col fiato corto in compagnia di un uomo ben vestito, che senza troppi complimenti si avvicinò a Janett, stesa sul divanetto, e chiese "è questa?". Sally annuì.
Passarono lunghi minuti. Anche se Janett aveva tentato di ucciderlo, Jeff ora si sentiva in colpa per la solita reazione trascinante di Sally. Che giornata strana.
"Le hanno sparato... mi può dire cosa è successo?"
"Ahem... Jeff era confuso. Preferiva non creare confusione raccontando tutta la storia, perciò disse solamente "Vede, io e il mio socio siamo sulle tracce del famigerato Jasper. Il ladro ha mandato un suo seguace ad eliminarci, ma non siamo riusciti fermarlo. Fortunatamente l'unico danno che ha provocato è stato quelle che può vedere."
Janett guardò Jeff con rabbia ma non disse nulla, probabilmente per il dolore dell'operazione.
Un'ora dopo, i due detective erano nello studio di Jeff. Giuseppe sedeva nella poltrona fumando uuarn sigaro mentre Jeff guardava le luci spegnersi nella via sotto la finestra.
"E della ragazza, che ce ne facciamo?" Disse rompendo il silenzio Giuseppe.
"Appena si sarà rimessa la lasceremo andare, poi partiremo."
"Mmm... ma probabilmente può ancora servirci. Non sappiamo dov'è precisamente Jasper."
"Inutile, non sa nient'altro. Jasper non le ha detto niente per precauzione. Non pensava che ci avrebbe ucciso davvero."
"Giusto, giusto..."
Dopo un minuti di silenzio, il detective italiano ricominciò a parlare.
"Daisy e Sally, invece?"
"Rimarranno entrambe a Washington. Almeno Daisy, lei di certo. Il pericolo è scampato ma non voglio che ne corra altri. Invece Sally... ha sempre molta iniziativa quando si tratta di certe cose. Vediamo cosa dice."
"Bene..."Giuseppe si tolse il sigaro dalla bocca, lo osservò un attimo e lo mise nel posacenere sulla scrivania."Chissà com'è il West."
"Bella domanda."

Quando finalmente finirono tutti i preparativi, Giuseppe e Jeff si decisero a partire.
Giuseppe, mentre sorseggiava il suo caffè vide Jeff caricare un’arma con cura.
“E ora che fai?”
“Restituisco l’arma al proprietario.”
“Giusto, giusto. Quella là prova a bucarti la testa con una pallottola e tu le ridai la pistola. Scelta saggia.”
“Non so te, ma non credo che ci riproverà.”
“Oh bé, fa pure come ti pare.”
Dopo che Sally decise di venire con loro, a grande sorpresa di entrambi Daisy gli chiese se poteva seguirli. Secondo lei non aveva più posti dove andare, e Washington non le sembrava più sicura. Anche se aveva sicuramente aveva altri motivi, e, anche se molto perplessi, i due detective acconsentirono.

Prendendo un treno si ritrovano tutti e quattro a Illinois, e da lì comprarono una carrozza seguendo le vaghe direzioni date da Janett. Queste si fermavano a un villaggio poco più avanti, e da lì cominciava la ricerca.
Erano ormai le 11, ma Jeff e Giuseppe insistettero per non fermarsi a domire. E poco dopo capirono che fu un errore.
“Fermate la carrozza!”
Appena vide un uomo davanti a loro con due pistole in mano Jeff fermò i cavalli e Giuseppe, al suo fianco, interruppe il suo dormiveglia di scatto.
Accanto all’uomo ce n’erano altri due, uno col fucile e un altro con una pistola soltanto, ma le stavano puntando contro i detective, e quello era già molto.
“Dateci ciò che avete!”Disse quello con le due pistole.
Quello col fucile si sporse a destra, guardando dentro al carro.”E le ragazze”suggerì.
“Giusto, giusto.”
Appena Giuseppe cercò di prendere la pistola dalla fondina, quello con una sola pistola sbraitò”Fermo! Ora slaccia la cintura, e poggiala a terra. Lentamente. Devo riuscire a contarti i peli delle mani.”
“Come vuoi” Borbottò Giuseppe rassegnato.
A quel punto, il bandito col fucile puntò lentamente l’arma verso la testa di Jeff.
“Aspetta!”Sally gridò da dentro il carro”Non ucciderli! Prendete l’oro, tutto!”
“Quale oro?
“Stamattina, abbiamo preso l’oro per il viaggio alla banca…”
“Sta delirando.”Borbottò di nuovo Giuseppe confuso. “Non ascoltatela.”
“Voglio vedere…” Il bandito si avvicinò, si sporse dentro il carro e vide un telo che copriva qualcosa.”è qui?” chiese alla ragazza ricevendo un segno d’assenso.
Sollevò piano il telo, ma appena lo tolse completamente si ritrovò davanti alla fronte una pistola che fece fuoco, uccidendolo sul colpo.
I due banditi, spaventati, abbassarono le armi per correre dal compagno ma proprio in quel momento Jeff prese l’arma uccidendoli con due rapidi colpi.
“Uno era mio…” si lamentò scherzosamente Giuseppe.
“Sei tu quello che ti fai disarmare.”
“Ah, ok, parlaci tu con una pallottola…”Giuseppe, chiuse il piccolo litigio girandosi e dicendo a Sally “Però! Bel lavoro!”
“Viste le circostanze” lo interruppe Jeff, accendendo il sigaro “Meglio partire il prima possibile e trovare un luogo sicuro, o magari il villaggio.” Spronò i cavalli, facendoli partire“Benvenuti nel West.”
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 11/12/2010, 13:49     +1   -1




Qualche ora dopo la mezzanotte Giuseppe stava rimontando la sua pistola, Jeff leggeva un libro, Daisy dormiva serena e Sally osservava la strada illuminata attraverso la finestra accanto al suo letto.
Proseguendo il viaggio avevano trovato una locanda dalla parvenza sicura (e che costava poco), vuota a parte il barista e sette clienti, e avevano affittato una sola camera con quattro letti. Sarebbe stato meglio rimanere tutti insieme, ora che sapevano quant'era pericoloso quel posto. Appena l'italiano finì di pulire la sua arma e la rimise nella fondina, si gettò sul letto di schiena, esausto. Era stata una giornata dura, tra il viaggio e l'incontro con i banditi. Fortunatamente Jeff era riuscito a non far notare la pistola, sotto la giacca, e l'aveva estratta mentre i due rimasti erano distratti. In una decina di minuti si addormentò. Sally si lasciò ricadere sul suo e in poco tempo perse i sensi anche lei. Infine Jeff finì il capitolo, piegò un angolo della pagina di quello seguente e chiuse il libro che aveva comprato da un venditore lungo la strada. Poi si alzò, andò alla porta e girò la chiave nella toppa. Nessuno li avrebbe aggrediti in quel luogo, a meno che non voleva svegliare tutta la locanda. In poco tempo si distese al suo posto e si addormentò anche lui, non prima di aver buttato un occhio a Daisy che dormiva già da ore.
Era già mezzogiorno quando lei, che si era alzata presto come si era addormentata, chiamò gli altri tre per la colazione. Si svegliarono, riluttanti di abbandonare i loro letti ma con una ricerca da fare. "Colazione? Ma sono quasi le tredici..." fece notare l'italiano. "Non so voi, ma io mangio... chissà se non ci possiamo fermare a pranzo dopo!" disse Jeff a Giuseppe e a Sally, che aveva finalmente deciso di alzarsi. "E poi voglio provare la cucina di Daisy, da l'idea di esser buona". "Si certo certo..." pensò l'altra ragazza con un sorriso malizioso. "Già è probabile" sbottò l'altro detective, e tutti si sedettero. Solo mezz'ora dopo i due investigatori poterono partire alla ricerca del ladro, mentre le ragazze decisero di rimanere alla locanda. La loro ricerca cominciò dal locale più malfamato del villaggio, una taverna chiamata 'Bad Horse'. C'erano criminali di tutti i tipi ed età; l'ambiente odorava di muffa e c'era una sola finestra, che dava sulla strada da dove i due erano venuti. Forse entrare così non era stata l'idea migliore: tutti si erano girati verso di loro e nella taverna era calato il silenzio. Si richiusero le porte alle spalle e si diressero al bancone, chiedendo due birre. Poi si sedettero ad un tavolo vuoto che traballava come fosse sul punto di smontarsi. "Cavolo, dovevamo essere meno vistosi! E adesso che facciamo?" sussurrò l'italiano. "Non lo so!" disse sotto voce l'altro. Passarono due minuti in cui gli investigatori cominciarono a bere le loro bibite, poi... "Aspetta, mi è venuta un'idea! Sta' a vedere, scommetto che funzionerà..." sussurrò ancora Giuseppe. "Ma dove stai andando!?" chiese il ragazzo che era rimasto seduto, colto alla sprovvista, ma troppo tardi: si stava dirigendo al tavolo dei banditi peggiori del locale; tornò in pochi minuti, dopo aver offerto dell'altro whisky agli uomini ringraziandoli.
"Sta spesso in una piazza non lontano di qui, andiamo a vedere se ha già cambiato abitudine" disse ad un Jeff palesemente sorpreso. Alla sua espressione Giuseppe rispose "Ho finto che fossimo ladri che stanno cercando Jasper per offrirgli la loro collaborazione, e quei banditi sono stati ben felici di aiutarci a trovarlo, dopo che ho offerto loro da bere... geniale no?". "Ma non hai pensato che se quelli sono suoi complici gli riferiranno che due uomini lo cercavano!? Non credo che si sia dimenticato di noi tanto presto" gli rispose arrabbiato l'altro. "Ma se quelli fossero suoi complici saprebbero dove abita no?" ribatté il più giovane. Jeff non rispose, ma si limitò a seguire Giuseppe fuori dal locale.
Tornarono alla carrozza e videro che un uomo stava provando a liberare il cavallo che la trainava, probabilmente per rubarlo e scappare alla svelta. "Jeff, pensa velocemente a un piano, non abbiamo molto tempo da perdere se vogliamo usare ancora il nostro mezzo di trasporto" "Ehi ma non eri tu l'uomo d'azione!?" rispose l'altro seccato. "L'hai detto amico, l'hai detto" riprese l'altro con un sorriso, e avvicinandosi silenziosamente al ladro lo prese per il collo e lo sbattè al muro; crollò a terra senza dire una parola: era già svenuto. "C'erano modi migliori..." osservò Jeff. "Senti, la prossima volta lo fai tu, va bene? Cosa dovevo fare, lasciare che reagisse? Non l'ho mica ucciso!". "Forse..." finì la frase l'altro con uno sguardo dubbioso che durò pochi secondi. A quanto pare il ladro aveva la testa piuttosto dura, perché si era già risvegliato e ora stava tentando di alzarsi tenendosi con una mano la testa dolorante. Giuseppe prese la sua arma e puntandola alla tempia del ragazzo di fronte a lui disse a Jeff "Con tanti cavalli migliori che ci sono qui stava cercando di rubare proprio il nostro, non ti pare sospetto amico? Secondo me lavora per qualcuno che sa chi siamo e che vuole ostacolarci". "Ma guardalo bene, a me sembra solo un adolescente impaurito che sta cercando disperatamente di scappare da qualcuno" osservò l'altro; in effetti il ladro non poteva avere più di sedici anni e guardava con terrore il revolver che aveva puntato alla testa. "Come ti chiami, ragazzo? Dov'è la tua famiglia?" gli chiese Jeff; lui rispose immediatamente, come se perdendo tempo diminuivano le speranze di tirarsi fuori da quel guaio: "Mi chiamo Richard Allock e i miei parenti sono stati uccisi tutti da un criminale. Vi prego, risparmiatemi... potrei esservi utile!". Giuseppe rimise la sua arma nelle fondina e chiese a Richard chi avesse ucciso i suoi parenti. Lui non lo sapeva ma aveva un'ipotesi: "Mio padre aveva molti nemici, ma solo uno avrebbe potuto fare una cosa del genere: un criminale chiamato Jasper". "Bene, se parliamo della stessa persona è proprio lui che stiamo andando a cercare. L'hai detto tu che vuoi esserci utile, no? Vieni con noi allora" propose Jeff, e salì sulla carrozza seguito da Richard. "Oggi guidi tu amico!" disse all'altro detective, che si mise al posto del cocchiere e spronò i cavalli. "Preparatevi a combattere..."
 
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Ambo.
view post Posted on 30/12/2010, 10:40     +1   -1




Il viaggio non fu lungo, ma dovettero allontanarsi da quel paesino perché, effettivamente, difettava completamente di piazze. Più che un paesino era un punto di rifornimento e di sosta, munito di squallide locande, di un emporio e di un immancabile negozio di armi.
Grazie alla guida di Richard ispezionarono quindi in poche ore le altre due piccole città vicine a quel posto, che non erano molto diverse da quella di partenza ma almeno l'aspetto era più gradevole: fra le case più numerose, le stalle e la gente che almeno lì si faceva vedere avevano senz'altro l'aspetto di "città".
Controllarono e ricontrollarono queste due città, le loro piazze (che erano due o una sola) e constatarono che non c'era niente che assomigliasse a Jasper. Sotto un consiglio di Richard tornarono quindi al punto di partenza per poi dirigersi nella direzione opposta.
"E magari consultare le ragazze! Cosa sarebbe un piano del genere senza un po' di tocco femminile?" disse Giuseppe con in bocca un sigaro, che aveva comprato nella città dalla quale tornavano, l'unico vantaggio di quell'inutile viaggio.
"Già. Peccato che non ci sia molto su cui consultare..."rispose Jeff "le speranze si affievoliscono, amico mio."
Una decina di minuti dopo erano a casa. Dopo aver chiarito inutilmente la situazione, aver spiegato tutto quello dove era successo e dove erano misteriosamente scomparsi riuscirono a calmare Sally che per tutto quel tempo era stata in ansia.
"C'è un'altra città verso sud, nella direzione opposta alle altre. Tutti e tre, compreso Richard, pensiamo che sia inutile cercar lì, dato che Jasper, nel periodo in cui ha agito qui (e speriamo che ci sia ancora) ha lavorato solo nella zona a nord." spiegò Jeff.
"E' la nostra ultima possibilità, Jeff. Se lì non c'è, non sappiamo più dove cercare." disse Giuiseppe pensando ad alta voce mentre camminava per tutta la lunghezza della camera per poi tornare indietro.
"Già. E' una cosa del genere "tentar non nuoce". Speriamo almeno di trovare una pista, lì, altrimenti saremo bloccati per sempre in questo posto; vi confesso che ogni minuto che passo qui ho sempre più voglia di andarmene..." rispose Sally. I suoi occhi continuavano a seguire l'irregolare cammino di Giuseppe e a guardar male il sigaro che aveva in bocca (seguito dalla bottiglia di birra appoggiata sul tavolo).
A quel punto Daisy alzò lo sguardo dal suo libro e disse: "Richard da dove viene? Se i suoi genitori sono stati uccisi, è un indizio sapere dove Jasper lo ha fatto..."
"Abitavo a un kilometro da qui, verso nord. In poche parole, ci abbiamo già guardato."
"Ah..." Daisy cercò il punto in cui era rimasta e ricominciò a leggere.
Il mattino dopo ognuno si convinse di quel che bisognava fare, e fatti i dovuti preparativi partirono alla volta dell'ultima città nei pressi di quel posto, la loro ultima speranza.
Il viaggio fu lungo, ma l'ansia servì a motivare una tale noia anche se, in molti momenti, allungava solamente i minuti.
"Siamo arrivati" annunciò Richard mentre guidava la carrozza.
La città, più distante delle altre due rispetto al punto di partenza, aveva un'aspetto a dir poco curioso: le strade principali erano munite di quel che rimaneva di marciapiedi o comunque un pavimento lastricato. La maggior parte delle cose (edifici, vestiti delle persone e le strade, appunto) sembravano in dovere di assomigliare a qualcosa di bello mentre un semplice fatto (il tempo, una carestia o chissà quale altra disgrazia) aveva rivelato l'altra faccia di quella strana moneta.
C'erano addirittura tre piazze: una perfettamente al centro della città, e le latre due nei punti di incontro dellle principali strade. Anche queste dovevano sembrare belle, anche se non lo erano: la prima aveva addirittura una fontana che non funzionava.
Sta di fatto che la città, malgrado l'aspetto, non era molto diversa dalle altre: dalla piazza centrale si poteva vedere quando terminavano le case, come in tutte le altre città.
Per Giuseppe e Jeff era demoralizzante cercare per una terza volta moltitudini di indizi che non c'erano. Era improbabile che Jasper si fermasse tanto a lungo in un luogo, ma valeva la pena provare.
"Se non sbaglio, Jasper lascia sempre dietro qualcosa di sè... non so se mi spiego, ma qualche giorno fa ha avuto la brillante idea di partire e lasciare Janett a fare quel che lui non aveva il coraggio di fare..." disse Giuseppe continuando le sue riflessioni.
"Già. E' un'ottima partenza. Non sappiamo cosa stia facendo Jasper in questa zona, ma sicuramente è qualcosa di importante. O almeno, qualcosa che si colleghi a quel che sta facendo ora... se solo ci fosse ancora qualcuno che ha collaborato con lui sarebbe perfetto. Temo solo che abbia un bel gruppo di amici. In tal caso, prepariamoci ad ogni evenienza." Jeff scese dalla carrozza aiutando poi Sally e Daisy a far la stessa cosa e aspettò poi che Giuseppe fu al suo fianco.
Osservarono qualche secondo quel deprimente paesaggio con aria dubbiosa e infine l'investigatore italiano disse "Beh, insomma... o la và o la spacca."
 
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