La leggenda »»»»»» - Group:
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| Assolutamente Altaìr. Il mio voto non vuole solo andare in base alla persona, ma anche al ruolo ricamato per loro : Assassino. Con ciò non voglio indicare il Killer che uccide a sangue freddo, ma l'ordine, colui che divora la vita degli altri per un compito ben preciso che s'avvolge attorno alla confraternita e i suoi ideali. Altaìr è senza dubbio il maggior esponente di questo concetto. Nulla da togliere a Ezio, che anche se per quasi tutta la sua vita non combatte per l'ordine ma per uno scopo personale, diverrà comunque saggio e devoto alla confraternita nella maturità e ciò lo si capisce quando risparmia la vita di Borgia, comprendendo di non uccidere più per vendetta ma per un'altro scopo, per la confraternita, così come ha sempre ucciso Altaìr.
C'è però da dire che Altaìr al contrario di Ezio non è entrato nell'ordine da esterno o per altri motivi, egli ci è nato dentro, non ha conosciuto altra vita al di fuori dell'ordine degli Assassini, è l'unica vita che conosce tanto da divenire mentore a soli 25 anni, quando è ancora un ragazzo. Ezio sa cosa significa non essere un Assassino, ha conosciuto un mondo sereno benché breve, Altaìr invece no.
Egli è il simbolo degli Assassini, l'origine e la conoscenza oltre che la vera rappresentazione di ciò che essa vuole esporre.
"Datemi i nomi e io vi porterò il sangue" Cit.
Su questo non c'è alcun dubbio, Ezio diverrà uno dei più grandi Assassini della storia e anche una leggenda, ma Altaìr è il fulcro dell'ordine, la vera leggenda e mito degli Assassini.
Per quanto riguarda il privato Altaìr in Assassin's Creed 1 è orgoglioso, ribelle e pieno di se, ma il percorso vero la verità e la conoscenza lo porta a capire meglio se stesso e cogliere quella saggezza che l'avrebbe portato a divenire mentore così presto. Lo stesso Malik vede in lui un altro uomo rispetto a quello più egocentrico nel tempio di Salomone, quindi anch'egli subito un certo percorso di crescita, ma al fine comprende per cosa l'ordine combatte. Verrà poi completamente stregato dalla mela dell'eden, che gli mostrerà presente, passato e futuro. Tanta conoscenza in un misero artefatto che ha permesso ad Altaìr così tanti anni addietro di scoprire da solo l'esistenza della prima civilizzazione, sbirciare sulle tecnologie del futuro e tanto altro. Questo suo entrare a contatto con la mela gli ha fatto consumare la vita in essa, tanto che da anziano non può che ripetersi "Se solo mi fossi detto, ho visto troppo per una vita", messaggio che coglie a pieno Ezio in Reveletions. Ezio giunge nella cripta di Altaìr perché ancora assetato di conoscenza, ma il messaggio di Altaìr è colto subito da Ezio nel momento in cui vede il suo cadavere e ultimo ricordo, comprendendo come quella storia avesse imprigionato Altaìr per sempre. È come se Altaìr dicesse ad Ezio : "So che sei qui perché vuoi andare avanti, ma è ora che ti fermi, come avrei dovuto fare io tanto tempo prima" Non a caso Ezio ripete le stesse parole di Altaìr "Ho visto troppo per una vita". Altaìr, che è morto dopo aver vissuto oltre un secolo perché la mela gli donava la linfa vitale, ne era un tutt'uno e ciò l'ha portato alla rovina, ha fatto anche in modo che chi venisse dopo di lui e si immischiasse nella faccenda del frutto dell'Eden potesse vivere e morire sereno, come lui purtroppo non ha potuto. Anche come umanità Altaìr è solo da ammirare, Assassino e Uomo, un mito sotto ogni punto di vista.
Riposa in pace, Altaìr. Anche Ezio ti ringrazia, è merito tuo se egli è morto felice.
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