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C'era(no) una volta... Sniper, Akimi e Bertalozzo

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Giuseppethedrifter
view post Posted on 15/11/2010, 22:10     +1   -1




SPOILER (click to view)
Ecco qua, dopo una lunga e frammentata lavorazione :ahah: Spero che vi piacerà, e Ambo.... fai un bell'epilogo :good:


Era una giornata soleggiata di fine Giugno, quando il caldo opprimente non lasciava scampo a chi sceglieva di stare all’aria aperta. Tutto era silenzioso, persino nel villaggio dove, di solito, si trovavano sempre venditori pronti a gridare qua e la le proprie offerte.
In aperta campagna, tre ragazzi stavano all’ombra di un ciliegio molto antico e grande.
Akimi, distesa tra i suoi due amici, stava leggendo un libro d’avventura. I capelli ricci le attorniavano il viso ed era persa chissà in quale pensiero, probabilmente nell’immaginazione della scena. Giuseppe, seduto con la schiena sul tronco, stava rivivendo un’ora particolarmente tranquilla, passata in riva al lago. Il vento gli scompigliava i capelli, il che era un enorme problema vista la difficoltà di farli stare giù… Bertalozzo sonnecchiava rannicchiato, con il collo storto e la testa inclinata verso destra. Aveva un’espressione serena… di certo stava sognando qualcosa su Laura, considerando che da quando l’aveva “ritrovata” aveva sempre quella faccia sorridente.
I tre erano talmente concentrati nelle loro occupazioni da non accorgersi di una specie di puntino che continuava a ingrandirsi in lontananza, che gridava il loro nome a squarciagola inutilmente. Martina stava dicendo “Ehi! A casa mia c’è un uomo che vi cerca, venite veloci! Sembra essere una cosa importante!” quando, arrivata a dieci metri da loro, scivolò sull’erba, finendo dritta contro l’albero in cui c’erano i tre amici. Giuseppe ed Akimi fecero appena in tempo a buttarsi di lato che la ragazza andò a schiantarsi sul tronco, sfiorando per un soffio Bertalozzo che continuò a dormire sereno senza accorgersi di nulla. “E chi sarebbe?” chiese l’arciere mentre la aiutava ad alzarsi. Akimi, visibilmente divertita, diede un pugno sulla spalla all’altro. “Ehi! Non potresti svegliarmi più dolcemente!?” disse Bertalozzo, ma lei non lo stava ascoltando. Guardava l’altra passare un braccio attorno al collo del ragazzo per sostenersi: si era fatta abbastanza male nello schianto, e si vedeva una macchia rossa allargarsi lentamente sul ginocchio, con un filo di sangue altrettanto scuro ma sottile che scendeva fino al piede. Diretti verso casa di Martina dove li stava attendendo quell’uomo, arrivarono in poco più di dieci minuti, in cui si dovettero fermare più volte perché la ragazza rischiava di allentare la presa da Giuseppe e Bertalozzo che la sostenevano totalmente. La fecero sedere in soggiorno, poi spostarono la loro attenzione sull’assassino dalla parte opposta del tavolo. Che era un assassino lo si capiva dal cappuccio rigido a forma di becco d’aquila, bianco come la tunica di lino leggero che indossava.
“Accomodatevi. Siete voi Akimi, Giuseppe e Bertalozzo?” chiese con voce pacata e calma.
“Si, e lei chi è?” risposero i tre in coro, sedendosi.
“Vengo dalla confraternita degli assassini per annunciarvi il testamento di Willer”
Silenzio. Per alcuni secondi nessuno parlò, perché Willer, il capo della confraternita, non poteva essere morto. Poi Bertalozzo, il più legato a lui, chiese finalmente ciò che tutti attendevano:
“Come è successo?”
Il messaggero rimase qualche secondo in silenzio, scrutandoli, come per decidere se dire loro la verità o inventare una bugia credibile. Alla fine sembrò optare per la prima opzione:
“I testimoni raccontano che era sul bordo di un palazzo ad ammirare il panorama, quando un ladro in fuga l’ha toccato, facendogli perdere l’equilibrio. Quando ha toccato terra, sbattendo la testa, è morto… sul colpo. Crediamo sia stato un incidente, non sembra sia stato intenzionale”
Bertalozzo sembrava arrabbiato, probabilmente con il ladro o con quell’uomo, che parlava dell’accaduto con noncuranza, proprio come se stesse riferendo la data di una festa o chissà quale informazione di scarsa importanza. Akimi si copriva il viso con le mani, le lacrime che scendevano silenziose lungo le guance, fino al mento: anche lei era stata molto legata a Willer, che li aveva allenati per tutti quegli anni. Giuseppe invece provava solo disgusto... il capo della setta gli ricordava tutta la gente morta allo stesso modo, e tutta quella uccisa da loro tre; avrebbe preferito non saperlo, e sperava di non sentire altro.
“Tornando all’argomento in questione, mi pareva di dover leggere un testamento...”
Tutti furono riscossi dai loro pensieri e tornarono alla realtà, prestando ascolto all’assassino.
"Ecco qua" disse, e cominciò. “Testamento di Alberto Girolamo Willer, che destinò tutti i suoi sforzi al 'bene superiore'. Questi sono i suoi ultimi desideri. Tutto il mio denaro e i miei possedimenti rimangono alla setta” lesse. “Ad Akimi lascio i miei coltelli da lancio, nella speranza che la possano aiutare a colpire le sue prede” ed estrasse dalla sacca da cui aveva preso il testamento una custodia di pelle a forma di spalliera con cinquanta pugnali sottili, pesanti e ben affilati. “A Bertalozzo affido il mio binocolo, sperando che riesca così a vedere ‘al di là di quello che ha sempre guardato”. Così consegnò un binocolo d’ottone piuttosto logoro, e anche un po’ arrugginito. “Infine, a Giuseppe regalo la mia balestra, cosicché possa aiutare i suoi amici nel loro intento” e diede al ragazzo un’arma antica ma in buone condizioni, insieme ad un cinturino con delle frecce lunghe nemmeno la metà di quelle da arco.
“Nel testamento nomina solo voi tre, nonostante abbia avuto centinaia di allievi. Avete idea del motivo per cui l’abbia fatto?” riprese l'uomo.
“Beh, ci aveva allenato personalmente” tentò Akimi; “Perché eravamo arrivati fino alla setta in modo valoroso! Forse ha voluto ricompensare il coraggio…” azzardò Bertalozzo; “Ci ha allenato perché eravamo amici del Mite, così magari insegnandoci i principi degli assassini e facendoceli rispettare saremmo riusciti a far cambiare idea anche a lui… e cosa di più simbolico se non lasciarci parte dei suoi averi?” disse l’ultimo.
“La risposta di Giuseppe include anche quella di Akimi, ma è comunque valida. Si, penso che possa essere proprio per questo” spiego l’uomo. “Ma c’è anche un altro motivo: la profezia”
“La… profezia?” chiesero quasi in coro i tre
“La profezia” ripeté l’assassino
“Una profezia che lo riguarda?” Akimi stentava a mantenere un’espressione seria, come del resto gli altri due, sorpresi quanto lei. Willer non sembrava una persona importante a tal punto da fare profezie su di lui.
“No, non che riguarda lui, che riguarda voi!” disse esasperato il messaggero. “Un giorno di ventidue anni fa, la veggente del villaggio - "tua nonna" aggiunse rivolto a Bertalozzo riferendo quella che secondo lui era una notizia priva d'importanza - ebbe una specie di svenimento. Parlò con una voce secca e aspra che non le apparteneva, e non riuscivano a svegliarla. Disse che un giorno, tre ragazzi di questo villaggio, nati allo stesso tempo, sarebbero stati una minaccia per i templari: li avrebbero sfidati più volte, uscendo dallo scontro sempre vincitori. Ma l’ordine avrebbe corso un grave rischio se avesse tentato di ucciderli quando non erano ancora pronti per accettare il loro destino”. Rimase per qualche secondo in silenzio, come tentando di ricordare o forse solo per fare più enfasi al suo racconto, poi proseguì. “Io c’ero, seppur ancora adolescente, e vidi con i miei occhi tutto ciò che vi sto raccontando. C’era anche Willer, appena ventenne, e Carlo Benedetti, quello che poi diventò il capo dei templari in questa provincia.”
Per alcune decine di secondi ci fu l’ennesimo silenzio. I quattro ragazzi stavano decifrando e riordinando le idee, Martina compresa che aveva assistito a tutta la discussione, essendo stesa sul divano; il messaggero invece stava attendendo la domanda che certamente sarebbe arrivata, perché era il concetto centrale dell’argomento in questione. Infine la espresse Giuseppe: “Tre ragazzi di questo villaggio, nati nello stesso giorno. Quindi… quindi si riferiva a noi?”
“Su questo, credo non ci siano dubbi” disse l’assassino, felice che avessero capito.
“Quindi noi eravamo destinati a diventare assassini fin dall’inizio?” disse sicura Akimi, ma si sbagliava. “No. E’ qui che sta il problema”
“Non capisco… la profezia parla di noi quindi…”
“La profezia poteva compirsi come non compirsi! Poteva essere ignorata!”
“Perciò noi non eravamo destinati a combattere i templari?” chiese Bertalozzo
“Si che lo eravate, ma non per la profezia! La veggente non creò una causa, ma una conseguenza. Pensate: se non aveste mai sentito la profezia, cosa provereste nei confronti dei templari, sapendo che avevano ucciso tante persone a voi care? Cos’avreste voluto fare?”
“Li odieremmo in ogni caso e vorremmo ucciderli con le nostre mani, ma non è questo il punto” rispose pronto Giuseppe
“E invece è proprio questo il punto! Perché se i templari non avessero mai attaccato il vostro villaggio, voi non avreste avuto nulla in contrario a loro e la profezia sarebbe rimasta solo un mucchio di parole al vento! Vi siete mai chiesti perché attaccarono proprio il vostro villaggio?”
“Noi pensavamo che fosse per rubare cibo e gioielli…” spiegò Akimi
“E vi sbagliavate. I templari, protetti dalla chiesa che fornisce loro denaro e viveri in abbondanza, non hanno bisogno di rubare e affaticarsi inutilmente”
“Quindi vennero qui per compire la profezia!” esclamò Bertalozzo.
“Quando il successore di Benedetti seppe che tre ragazzi erano nati nello stesso giorno, tutti in un solo villaggio della provincia, si spaventò subito. Ordinò di devastare tutti i paesini, finché non avrebbero trovato quello giusto e ucciso i tre bambini. Questo fu un enorme errore” raccontò l’uomo. “Benedetti, in punto di morte, aveva raccontato solo la prima parte della profezia, tralasciando il nome del villaggio e la parte con gli effetti collaterali o per mancanza di tempo o come atto di bontà per redimersi dai suoi peccati, così i templari attaccarono sicuri che ciò servisse a estirpare il morbo e salvarsi quando ancora erano in tempo. E’ palese che si sbagliavano”. Attese qualche secondo, poi sospirò all’aria interrogativa dei tre. “Attaccandovi, non solo hanno dato importanza alla profezia, ma vi hanno dato un enorme potere, perché solo chi combatte per vendicare qualcuno a lui caro non si arrenderà finché non ci sarà riuscito, o morto”.
"Perciò lui ci ha dato un potere sconosciuto ai templari, che cercano solo ricchezze e potere! E noi lo abbiamo usato proprio contro di loro, non tirandoci indietro nemmeno una volta!" esclamò Akimi in preda a un'improvvisa quanto corretta intuizione, che nessuno dei tre avrebbe potuto raggiungere se non sotto i suggerimenti del messaggero. Compiaciuto, questo fece notare: "vedete? Non è per via della profezia che eravate e siete ancora destinati a distruggere i templari, ma loro hanno vedute troppo ristrette e la mente blindata per poterlo capire". Ma i ragazzi quasi non lo ascoltavano, troppo occupati a scambiarsi sguardi felici, perché uno qualsiasi degli esseri umani al di fuori di quella stanza avrebbe potuto dire che non cambiava niente, che non c'era alcuna differenza, ma per lei, e per i suoi migliori amici pensò con un moto d'orgoglio verso i due ragazzi che l'avevano da sempre accompagnata in ogni cosa, c'era una differenza infinita.
"Bene, ora mi rimane solo una cosa da chiedervi prima che il mio compito sia finito: tornerete a far parte della nostra confraternita? Completerete la vostra missione?"
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 11/12/2010, 13:51     +1   -1




SPOILER (click to view)
Questa è la parte di Ambo che non ha potuto postarla. I meriti vanno a lui, buona lettura

Epilogo

“Allora?”
“Eh, niente.”
In realtà qualcosa c’era. Dopo ben cinque anni su quegli stessi prati che avevano accolto la profezia che cambiò le vite di tre ragazzi, due cavalli percorrevano la loro strada portando due cacciatori verso la foresta. E non erano altro che i destrieri di Giuseppe, il quale teneva ancora il braccio teso dopo aver fatto partire il suo falco, e Ambo.
“E loro, li hai visti?”
“Certamente, dubitavi compare? Con il tempo le loro famiglie hanno preso, positivamente, il potere della zona grazie alle loro azioni nella crisi. E indovina chi lo ha ereditato…” Il Mite osservava la scena in silenzio, interrotto solamente dalle domande di Ardinfluo, tramite un pregiato cannocchiale.
“Ottimo, ottimo. E le cose come vanno?”
“Non saprei. Come si suol dire… è davvero un lieto fine.”
“Parla con ordine e non in rime.” Ardinfluo cominciava a perdere la pazienza, soprattutto perché non vedeva cosa succedeva nel prato davanti a loro, e sapeva che qualcosa stava succedendo.
“Giuseppe, ad esempio. Il nostro amico Assassino con la vista da falco. Fa parte di quei ragazzi che prima ho nominato. Collabora a governare questa zona che sta vivendo un lungo periodo di pace. Ha trovato l’amore da molto tempo. Pensa, da quando ce ne siamo andati. Non ti sto dicendo che ora vive tra la ricchezza e decine di figli, ma ha conosciuto la gioia del matrimonio da un anno circa.”
“E in compagnia sua, chi c’è?”
“Oh, vedo che inizi a mettere a fuoco la situazione.”
Dall’altro lato del prato, il falco tornò presso Giuseppe, stringendo un coniglio fra gli artigli. E se non fosse per il loro colore naturale normalmente noto, sarebbe stato impossibile definire se la pelliccia del coniglio era bianca o rossa, tali erano le sue ferite.
Il falco, fedele al suo addestramento, posò il coniglio nella sacca che ora Giuseppe teneva aperta. Più tardi il ragazzo avrebbe dato al predatore alcune parti tenere dell’animale, normalmente poco gradevoli per un umano ma più che raffinate per il falco, che le prendeva come ricompensa della sua caccia.
“Ambo. Te lo ricordi?”
“No, non mi ricordo nulla di quell’ultima fase di quella strana avventura. E’ stato un gran casino.” Disse Ardinfluo che, mentre perdeva pazienza, accumulava curiosità.
“Certo, di sicuro ci sono ben altri modi per dire “confusione”, amico. Fai uno sforzo… Ambo è l’ultimo ragazzo che ha seguito i protagonisti di questa avventura, come dici tu, verso casa.”
“Ah, è vero! Ora ricordo tutto, e anche bene…!”
“Bene. Eccolo lì a vivere felice, come Giuseppe. Anche lui ha provato la felicità di essere innamorato (e chiaramente corrisposto), ma non quella del matrimonio… Tuttavia nella loro piccola corte si stanno preparando dei festeggiamenti. Fa’ un piccolo calcolo e ne capirai in fretta il motivo.”
“Prima che tu continui, alla fine com’è andata quella cosa…?”
“La profezia?”
“Giusto.”
“Gli hanno chiesto indirettamente di rientrare nella Confraternita. Non faccio commenti a riguardo, ma almeno so le loro scelte.”
“Dimmi tutto!”
“E’ chiaro ad entrambi quel che Giuseppe ed Ambo hanno pensato: il primo ci ha dovuto riflettere. Dopotutto essere compreso nella profezia lo lasciava perplesso. Far parte della confraternita sembrava a tutti e tre il mezzo migliore per adempirla. Giuseppe ci pensò a lungo e poi decise di rimanere dov’era: abbiamo visto come vive ora. Ambo non ci ha nemmeno pensato… se fosse stato per lui non sarebbe mai andato nella confraternita, e dato che non era nemmeno nominato nella profezia non aveva motivi per tornarci. Stessa cosa per Faith e Martina. E’ stata una faccenda diversa per Akimi. Non era particolarmente legata alla Confraternita ma era anche quella meno convinta sulla permanenza nella loro città natale. Non aveva nulla da perdere, nessun amore e dopo quella lunga avventura non era più tanto legata alla famiglia. Era sicura della decisione degli amici e partì per tornare Assassina. E’ tornata solo da un anno, per i festeggiamenti del matrimonio di Giuseppe. Ed è restata qui.
Ha un’aria più cupa del dovuto, nessuno sa cosa è successo in questi anni mentre era fra gli Assassini ma persone come Martina e Faith la stanno aiutando, almeno. Penso che sia solo cresciuta, in quegli anni, e abbia capito che stava sbagliando. Prima era stata condizionata dalla profezia e credeva di fare bene. Invece ha dovuto conoscere le conseguenze… per quattro anni.”
“Ah…”
“Già. Ma passiamo a Bertalozzo… Shadow.”
“Sciadòv?”
“Shadow, un termine inglese. Significa ombra.”
“Non ci vuole un genio come te per capire che fine ha fatto, eh, Mite?”
“Esatto. E’ partito una settimana dopo la fatidica chiamata e non è più tornato, non ha risposto a lettere e non si è presentato nemmeno per il matrimonio. Non si sente più il nome di Bertalozzo ma tutti i potenti della contea temono quello di Shadow, letale Assassino.”
“In fondo è la sua strada..:”
“Non lo biasimo. Non è un male che sia tornato, ma continuo a non comprendere i metodi degli Assassini. La gente dovrebbe capire che forse il mondo deve procedere come deve procedere. Questa stupida guerra è finita. Forse non fisicamente, ma moralmente sì: non può andare avanti dalle Crociate. Verrà un tempo in cui nessuno avrà più bisogno di Assassini. Per ora, dobbiamo accontentarci.”
“Metà delle cose che dici sono false…”
“Certo. Loro aiutano i deboli e combattono i potenti. Ma per il resto del tempo? Non dico che fanno del male, ma la gente dovrebbe soltanto imparare a vivere senza qualcuno che tenga in equilibrio la bilancia. Cosa che nemmeno gli Assassini fanno…”
“Stai perdendo il filo del discorso.”
“Hai ragione. Mettere insieme più colpe non è un bene. Andiamo.”
“Come? Non li vuoi salutare?”
“Non ora, andiamo…”
A decine di metri di distanza, la caccia era conclusa: i due ragazzi si apprestavano a tornare a casa, uno pensando alla moglie e l’altro ai preparativi del matrimonio. Pensieri che si ruppero facilmente quando Ambo iniziò a gesticolare cercando di salutare qualcuno.
“Che fai?” chiese Giuseppe.
“Io sto… non li hai visti?”
“Chi?”
“Lascia stare. Sarà divertente raccontarti tutto a cena, davanti a un buon... Cosa ha preso il tuo falco, di interessante (e buono)?”
“Quattro conigli. E non è poco, contando che siamo fuori da mezz’ora. Mentre invece mi stupisce che tu non abbia visto nulla. Quella cosa deve averti davvero distratto.”
“Oh, sì, è stata una sorpresa gradita. E piacerà anche a te!”
“Certo, certo. Ora, torniamo a casa. Ho una moglie che mi attende e tu non sai nemmeno quando dovrai darle l’anello, domani.”
“Domani… l’anello… l’ho dimenticato!”
Ambo spronò il cavallo e partì al galoppo mentre Giuseppe rideva.

“Non capisco. E’ da anni che volevi vederli e quando finalmente li troviamo e non li saluti…” continuò perplesso Ardinfluo.
“Lasciamo che il mondo cambi, non è più tempo per noi.”
“Già, già…”
“Dimmi, Ardinfluo, sei mai stato ad un matrimonio?”
 
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Akimi-chan
view post Posted on 11/12/2010, 19:31     +1   -1




SPOILER (click to view)
Bellissima,complimenti al nostro Ambo ;)
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 12/12/2010, 03:20     +1   -1




SPOILER (click to view)
Già, complimenti ;) Ora però, Ambo, impegnati in LNB che ne deve usci' fuori un capolavoro xD
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 7/7/2012, 01:07     +1   -1




Infine uppo l'unica storia che abbiamo mai completato :ahah: BERTAAAAAAAAAAAAAAAA, AKIMIIIIIIIIIIII, PIANGEEEEEEEETE PENSANDO AL NOSTRO PASSATO :ahah:
 
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view post Posted on 7/7/2012, 01:10     +1   -1
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Echte Liebe.
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Quanti bei ricordi. Erano altri tempo, ormai questo è un'altro forum ç__ç
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 7/7/2012, 01:26     +1   -1




Infatti ç,ç I nostri unici veri ricordi di questo forum rimarranno sempre e solo di quel tempo. Io Te e akimi :piange:
 
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Akimi-chan
view post Posted on 7/7/2012, 19:59     +1   -1




Oh chi è che scrive il mio nome invano? XD E poi per farmi ricordare i bei vecchi tempi çwç
Dai, scriviamone una nuova : D Magari basandoci proprio sul fatto dei "vecchi tempi".
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 7/7/2012, 20:13     +1   -1




Si "un nuovo pericolo incombe, gli assassini vecchi (siamo vecchi :'\ ) salveranno di nuovo il mondo?". Non siamo mica ubi che si tiene i personaggi fino a 92 anni eh u.u
 
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Akimi-chan
view post Posted on 7/7/2012, 20:29     +1   -1




Scemotto con personaggi nuovi ^^ Anche perchè io quella non la voglio più XD
 
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Giuseppethedrifter
view post Posted on 7/7/2012, 21:05     +1   -1




LOOOL :ahah:

Ma 2500 visite le abbiamo fatte in 4 oppure c'è qualche infiltrato che ha letto in questi anni? :troll:
 
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Akimi-chan
view post Posted on 7/7/2012, 21:09     +1   -1




Qualche infiltrato direi..Sai magari siamo famosi senza saperlo 8D
Comunque quando puoi collegati su msn, che parliamo però quando sei libero non quando hai da fare xD
 
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341 replies since 12/5/2010, 21:52   2745 views
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