Assassin's Creed Forum [Assassin's Creed, Assassin's Creed 2, Assassin's Creed Brotherhood, Assassin's Creed

Votes taken by Spyro17

view post Posted: 11/6/2011, 19:00     +1mi chiamo Eliuca e questa è la mia storia - Storie del Forum
Capitolo 2 - Tutto tuo padre

Il giorno dopo quando mi svegliai Claudia mi portò la colazione. Mi vestii di fretta poi ci sedemmo al piccolo tavolo di legno poco distante dal letto e facemmo colazione insieme seduti su due sgabelli anch’essi di legno.
La ringraziai e chiesi come potessi essere utile. Lei mi rispose che era veramente pericoloso per me uscire. Se i mandanti degli assassini che avevano ucciso i miei genitori mi avessero trovato, mi avrebbero di sicuro fatto fuori.
Insistei che volevo essere di aiuto. Lei mi chiese se sapessi leggere, scrivere e contare. Risposi di si e lei dopo aver messo via le ciotole dove avevamo mangiato mi mise alla prova. Mi fece fare qualche calcolo e mi fece scrivere delle semplici frasi su un foglio di pergamena che aveva portato. Visto che me la cavavo egregiamente passò alle cose più difficili. Nonostante i calcoli una domanda mi ronzava nella testa e ad un certo punto trovai il coraggio di domandargliela.
- chi erano i mandanti dell’omicidio della mia famiglia? Perché ieri Volpe ha detto: questa di oggi è stata una grande perdita per gli Assassini? Chi sono gli assassini?-
- ehi calma! Una cosa alla volta!-
- chiedo perdono-
- No, hai ragione è giusto che tu sappia. Questo che chiedi è un’un argomento molto difficile. Io, Ezio e tutte le altre persone che vedi in questo luogo apparteniamo alla confraternita degli Assassini. Tutti noi seguiamo un credo: agiamo nell’ombra per servire la luce. Come di sicuro i tuoi ti hanno insegnato uccidere è sbagliato, ma a volte è necessario per un bene superiore.-
- per salvare la mia famiglia per esempio?-
- i tuoi genitori erano Assassini per questo per noi è stata una grande perdita. C’era un traditore fra di noi e costui ha consegnato molti dei nostri uomini al nemico. Abbiamo trovato il traditore, e lo abbiamo ucciso, ma non abbiamo fatto in tempo a salvare i tuoi, mi dispiace-
- chi sono i nemici?-
- Sono i Templari. Da secoli lottano contro di noi per assumere il potere e governare il mondo, opprimendo i vinti, noi glielo dobbiamo impedire. Ma l’unico modo per farlo è trovarli e ucciderli-
- ma sapete i loro nomi?-
- si certo-
- e allora perché non dirlo alle guardie cittadine?-
- tu sai chi governa la città?-
- Cesare Borgia -
- esatto. Lui è un templare.-
Capii dove voleva arrivare. Se qualcuno avesse chiesto aiuto perché i templari gli avevano fatto qualcosa non sarebbe stato ascoltato.
- ma quello che fate è contro la legge.-
- in guerra tutto è lecito. Ora se vuoi scusarmi vado ad allenarmi con la spada-
- Posso venire con voi?-
- va bene-
Credetti di piacerle. Lei mi portò con se in una stanza con molte armi appese alle pareti. Vicino ad esse c’erano anche dei manichini per fare pratica. Per terra erano disegnati dei cerchi e dentro di essi alcuni assassini combattevano fra loro.
- non starmi troppo vicino, potrei ferirti-
- certamente -
Mi sedetti su una panca vicino ad un muro e la osservai scattare di lato come se ci fosse un nemico davanti a lei e poi colpì il manichino.
- scusami Claudia, secondo me durante l’attacco ti sei scoperta troppo sul fianco sinistro. Un nemico avrebbe potuto colpirti-
Lei mi guardò. Nello stesso modo fecero gli altri nella sala.
- sei tutto tuo padre. Anche lui diceva sempre lo stesso. - commenta Ezio sulla soglia della porta. Nessuno lo aveva notato prima che parlasse. - Dovresti dargli ascolto Claudia-
Ezio intanto si avvicinò facendo cenno agli altri di continuare gli allenamenti.
Si sedette vicino a me a guardare gli altri dando istruzioni di tanto in tanto.
- dicevate sul serio prima?- chiesi riferendomi al fatto che assomigliassi a mio padre
- ovviamente-
- mio padre lo ripeteva sempre, mi ha insegnato qualche rudimento di lotta con armi-
- lo so, diceva che avevi un talento innato-
- Chi è il mandante dello sterminio della mia famiglia?-
- una persona pericolosa, molto potente: Cesare Borgia-
- il figlio del papa?-
Fece cenno di si con la testa.
- lo prenderete vero?-
- non è così semplice-
- deve pagare. Voglio che paghi-
Ezio doveva aver notato la mia espressione di rabbia
- calmati ora. Arrabbiarsi non serve a nulla. Ti assicuro che lo prenderemo-
- vorrei ucciderlo con le mie mani-
Lui capì che ero sconvolto per la perdita.
- anche io- confessò - ma non è ora il momento-
- e quando lo sarà?-
- presto. Te lo prometto-
Lui si alzò dalla panca e prese dal muro due armi smussate.
- Eliuca- alzai lo sguardo quando mi chiamò - in guardia - disse lanciandomi una delle due spade che cadde a terra con il suo tipico rumore metallico.
Gli altri assassini si fermano. Non tanto perché c’è il loro capo a combattere, ma perché un ragazzino della mia età era sfidato da lui in persona.
Mi alzai e raccolsi l’arma.
- pensa che io sia tua padre. Fa come facevi con lui-
Impugnai la spada con la lama rivolta verso il basso. Feci strisciare la spada sulla terreno mentre correvo verso Ezio. Quando fui abbastanza vicino colpii in diagonale dal basso verso l‘alto, ma lui balzò all’indietro ed evitò. Insistetti e colpii in orizzontale, ma lui evitò di nuovo e colpì da sotto verso l’alto. Feci aderire la lama al mio braccio come se diventasse una armatura per esso e bloccai il colpo di Ezio.
Tutti si stupirono, Ezio compreso e io ne approfittai per disarmarlo, ma la mia tecnica si rivoltò contro di me e fu Ezio a costringermi con le spalle a terra e con la punta della spada a pochi centimetri dalla gola. Tolse la spada e mi aiutò a rialzarmi.
- sei veramente in gamba. Non mi aspettavo che conoscessi la tecnica di difesa inventata da tuo padre-
Non sapevo che rispondere.
- forse ti manca un po’ di forza, ma con la pratica sono sicuro che diventerai inarrestabile-
Tutti rimasero sorpresi persino io.
- cosa intendete dire?-
- Ti chiedo se vuoi diventare un assassino-
- ma è troppo giovane- protestarono gli altri ma Ezio li fece tacere.
riflettei qualche secondo.
- mi avete salvatola vita, mi avete accolto fra voi. Credo che ve lo devo-

Commento di Spyro:
Rileggendo il capitolo ad un mese di differenza credo che avrei potuto scriverlo meglio... magari se farò una riedizione.. chissà! Ora vi lascio alla lettura del prossimo chap...

Capitolo 3 - la prima missione
- Eliuca? Svegliati-
Mugolai a quella richiesta. Mi sentivo troppo stanco per alzarmi, ma lo feci evitando così una doccia di acqua gelata. Claudia me l’avrebbe fatta fare pur di farmi scendere dal letto.
- Perché oggi mi hai svegliato così presto?-
- Ordine di Ezio. Preparati. Ti aspetta nella scuderia fuori di qui-
Con un po’ di malavoglia mi vestii con gli abiti che Claudia mi aveva portato.
Prima di indossarli mi fermai ad osservarli: erano gli stessi identici abiti di tutti gli assassini. La corazza era di metallo, ma al contrario di come sembrava era molto leggera. Gli spallacci e gli schinieri erano in cuoio. Sotto di essi trovai un fodero e al suo interno vi era una spada. Osservai l’impugnatura di duro legno nero. A contrastare con essa sorretta da quattro coste vi era una pietra preziosa dorata, forse ambra. Già l’impugnatura che era di circa una mano e mezza mi ricordava un arma simile che avevo già visto. Strinsi la mano sull’elsa e estrassi di poco la spada. Il metallo con cui era fatta la lama era più dorato del normale. Mi bastò quel poco per riconoscerla.
-Mon’rarn - sussurrai.
Tirai fuori completamente la spada dal fodero. Su entrambi i lati della lama vi era inciso il suo nome. Non mi ero sbagliato. Era proprio Mon’rarn la spada di mio padre. Ezio doveva averla recuperata da casa mia.
Rimisi la spada nel fodero e solo allora mi accorsi che anche lì era scritto il nome della spada.
Sul fodero vi era una lunga striscia di pelle simile ad una cintura. Mio padre era solito portare la spada sulla schiena e con questa cintura la teneva ferma al suo posto. Indossai anche quest’arma nello stesso modo in cui era solito usarla mio padre. Presi poi in mano l’ultimo oggetto che Claudia mi aveva portato. Erano degli antibraccio in cuoio al cui interno si celava l’arma simbolo degli assassini, la lama celata. Li indossai con cura e testai il meccanismo della lama. Al mio comando uscì di getto con il suo tipico stridulo metallico. Dopo averla osservata la rinfoderai.
Claudia entrò di nuovo in camera dopo essersi assicurata che mi fossi completamente vestito e mi portò una scodella di latte e un po’ di pane. La ringraziai e mentre se ne andava per compiere i suoi doveri ne approfittai per finire la colazione.
Dopo una veloce lavata di faccia in una tinozza piena d’acqua, la stessa che Claudia mi avrebbe buttato addosso per farmi svegliare, tirai fin sopra la testa il cappuccio bianco con testa d’aquila. Ero pronto… ed estremamente in ritardo.
Uscii dalla porta principale dell’edificio immettendomi subito nella piazza. Da lì feci una corsa per i vari viali già affollati e poco dopo arrivai alle scuderie con il fiatone. Riconobbi subito Ezio con in mano le briglie di due cavalli. Cercando di controllare il fiatone mi avvicinai a lui.
- desideravate vedermi?-
- si, dieci minuti fa- disse in tono un po’ arrabbiato
In quel momento capii di essere nei guai. Non avevo fatto una buona impressione arrivando in ritardo.
- chiedo venia- un po’ mi vergognavo a chiedere scusa, ma ero sincero.
- che sia l’ultima volta-
- lo sarà- promisi.
- va bene. Monta a cavallo- ordinò porgendomi le briglie di un pony sauro lavato.
Eseguii l’ordine mentre lui montava sul suo destriero nero.
- Qual è la missione maestro?-
- Nessuna in particolare. Gironzoliamo per la città e interveniamo solo se necessario-
- Capisco maestro-
Facemmo come avevamo stabilito e girammo a cavallo per le varie strade di Roma. Tutto era tranquillo: il papa era assente e Cesare era a Urbino.
Mentre giravamo per la parte più esterna della città udimmo un grido. Lanciammo i cavalli al galoppo e trovammo la donna che urlava. La cortigiana era inginocchiata a terra e piangendo teneva tra le braccia il cadavere di una sua compagna .
- Chi è stato? - chiese Ezio di impulso
- Un maniaco omicida - rispose sconvolta
- Dov’è andato? -
- Da quella parte - disse indicando la parte opposta da cui eravamo arrivati noi
- Quei vicoli sono stretti, i cavalli saranno rallentati. Lasciamoli qui, andiamo a piedi. - suggerì Ezio.
Altre cortigiane ci indicavano passo a passo il cammino per il quale il nostro obbiettivo era passato. Alcuni passanti rallentavano il nostro andamento. Le vie erano davvero strette.
Un altro grido. Dannazione, forse aveva colpito ancora.
- Ezio, non faremo mai in tempo. Dobbiamo passare dai tetti-
- Ma perderemo il nostro obiettivo-
- Non è detto. Le cortigiane si riconoscono facilmente e non so se hai notato ma sono vicine al vicolo che il nostro uomo imbocca. Non servirà chiedere loro le informazioni, ce lo dirà la posizione-
- Ottima idea mio apprendista, ma non credo che tu riesca a scalare il muro-
- Mi sottovalutate maestro- gli risposi.
Arrampicandomi sulla finestra di una casa scalai il muro e arrivai sul tetto piatto. Ezio fece lo stesso.
- Sei meglio di quanto credessi- affermò. Io gli risposi con un sorriso.
Correndo per i tetti rintracciare l’obiettivo fu molto più semplice e lo trovammo poco prima che potesse compiere un altro omicidio. Era facile riconoscerlo: vestiva totalmente di nero e aveva una maschera a becco sul viso. Si trovava in una piazza e stava tormentando un’altra cortigiana sotto gli occhi di una trentina di persone.
- Maestro posso? -
- Tutto tuo-
Avuta la conferma estrassi la lama celata.
Mi gettai dal tetto e uccisi la vittima colpendola dall’alto. Spaventate alla vista dell’assassino i popolani scapparono chiedendo l’aiuto delle guardie.
Ezio poggiò una mano sulla mia spalla dicendomi di aver agito bene.
- è Ezio Auditore fermatelo!- ordinò una guardia accorsa al richiamo del popolo
Il capitano era circondato da sei bruti ovvero le guardie più lente, ma anche le più temibili per la potenza delle loro armi.
- Meglio andarsene- affermò Ezio e non aveva tutti i torti.
Corremmo per le vie della città seminando in poco tempo e guardie.
Quando queste non erano più in vista ci fermammo.
- Ho capito perché avete scelto di fuggire maestro. Contavate sulla lentezza dei bruti vero? -
- Più ti sto accanto più vedo tuo padre - mi confidò mentre riprendevo fiato.
In lontananza sentimmo la voce di un banditore che gridava che chiunque avesse consegnato Ezio auditore e tutti coloro che lavoravano per lui avrebbe ricevuto dal papa 50.000 fiorini.
- Siamo famosi- scherzai
- Un po’ troppo. Meglio perdere notorietà-
- Come si fa maestro? -
- Finalmente ho trovato qualcosa che tuo padre non ti ha insegnato - disse scherzosamente, poi mentre camminavamo per arrivare dal banditore mi spiegò - ci sono tre modi per perdere notorità: pagare il silenzio dei banditori, assassinare le spie di Cesare testimoni delle nostre azioni o togliere i pezzi di carta con la nostra faccia
appesi ai muri -
Arrivammo nella piazza con il banditore che avevamo sentito urlare attorniato da un po’ di gente.
- Aspettami qui - mi ordinò mentre si avvicinava all’uomo.
Gli sussurrò qualcosa all’orecchio e poi gli diede un sacchetto pieno di fiorini. Mi raggiunse rassicurandomi che nessuno si ricordava di noi.

Ri-commento di Spyro
Nel capitolo ho messo alcune cose di me: il carattere pigrone e il carattere " sono sempre in ritardo"
Per il resto è totalmente inventato di sana pianta.... ok va bene dico la verità! è copiato dal gioco...
1 replies since 20/12/2009